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Un successo l'iniziativa San Giovanni al San Giovanni a Palazzo del Gusto

lunedì 25 giugno 2007
di E.T.
Una bella nottata di amicizia, quella trascorsa sulla terrazza del Chiostro di San Giovanni a Orvieto, e tutta giocata sul rispetto della tradizione locale, che vuole la notte fra il 23 ed il 24 giugno dedicata a San Giovanni tra simbologia e mitologia, credenze popolari e culti contadini. Nella notte di mezza estate, secondo la più antica tradizione, la luna ed il sole, forze cosmiche primarie, si sfiorano per inondare la terra di tale e tanta energia da farne l’apice della maturazione dell’anno. In collaborazione con il Palazzo del Gusto, l’Associazione Orvieto Medioevo, la Condotta Slow Food di Orvieto e la Società Itinera hanno così ristabilito un costume che era molto in voga nelle famiglie di qualche lustro fa, e che concretizzava l’umana richiesta di fecondità con la realizzazione della cosiddetta “acqua purificatrice di San Giovanni”: in un catino di coccio, acqua fresca veniva aromatizzata da boccioli di rosa, petali di fiori in piena apertura, rametti di lavanda, foglie d’alloro e di altri alberi profumati, fette di limone. Questi vigorosi aromi naturali conferiscono all’acqua di San Giovanni una gradevolissima e caratteristica nota olfattiva, e chi si cosparge il volto con essa attinge alla natura e ai suoi potenti principi vitali. Il dottor Piergiorgio Oliveti, direttore del Palazzo del Gusto, aveva studiato per l'occasione un semplice menù, sempre richiamandosi alla stretta tradizione di cui è tenace depositaria, assieme ad altre valorose donne, Nicoletta De Angelis dell’Associazione Orvieto Medioevo: lumache provenienti da un allevamento biologico dei dintorni e cucinate in umido con mille erbette aromatiche, servite insieme a lumachelle di forno, con pancetta e formaggio; ed il vino delle grandi occasioni è stato offerto dalla Cantina Monrubio. Il clima festoso e positivo della serata di San Giovanni è stato rafforzato anche dalla bella musica di Fernando Maiotti “Pioggia” al mandolino e del Maestro Riccardo Cambri al pianoforte, che con alcuni vecchi brani degli anni quaranta e cinquanta hanno saputo ricreare un’atmosfera d’altri tempi, invogliando anche i tanti che hanno approfittato di questa iniziativa a muoversi e a danzare a passo di swing e beguine.