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Ricorre oggi la Festa Nazionale del Gatto: quando il rispetto animale fa rima con ‘miao’

sabato 17 febbraio 2007
di davidep
Segno dei tempi e delle mode, dopo gli innamorati di San Valentino e i single di San Faustino, questa settimana si festeggiano anche i gatti. Di fronte a tanta esaltazione della felinità che strizza l’occhio screziato al mondo del commercio, è lecito obiettare scetticismo, ma da un punto di vista strettamente culturale il tigrato Felix gode di una lunga tradizione di affezionati che lo coccola e lo protegge, arrivando a spendere ogni anno per la sua salute cifre da capogiro. Nei culti pre-colombiani, in onore del mese Pax associato al felino sacro, si tenevano spettacolari feste. In India la dea Sashti che cavalca un gatto bianco è simbolo di amore e maternità, in Giappone il Gatto Dormiente riceve tuttora offerte da turisti e fedeli. Sacro per gli Egizi e osannato dai Celti, quatto quatto Fuffi ha conquistato spazio fra le odi di Neruda e i versi di Baudelaire, ma ha lasciato la sua zampata anche fra le celebri pagine di Blake, Eliot e molte opere iconografiche. E’ apparso quindi spontaneo per molti gattofili far sorgere una festa dedicata interamente ai felini domestici. La curiosa iniziativa è partita dalle pagine della rivista “TuttoGatto” che nel 1990 promosse un referendum fra i lettori per scegliere il giorno dell’anno più consono a festeggiare i baffuti animali in questione. In ballo il 26 maggio dedicato a San Filippo Neri, amante dei gatti, e il 21 marzo, coincidente con l’arrivo della primavera, periodo in cui tra un fiore e una rondine, nascono molti gatti. Ma infine la scelta è caduta su febbraio, mese dell’acquario, segno al quale appartengono gli spiriti intuitivi, liberi e anticonformisti, tratti caratteristici dei gatti. Quanto al giorno 17, tutto è legato alla superstizione e alla magia dei numeri romani, anagrammando infatti il latino XVII, si ottiene il verbo “vixi, ho vissuto” o come è tradotto nel nord Europa “vivere una vita per sette volte”. Sregolati, indipendenti e fieri, talvolta falsi, egoisti e ruffiani, ma anche teneri, mansueti e affettuosi, sono sette milioni, i mici che trovano ospitalità presso le famiglie italiane e moltissime le città che dedicano originali iniziative a questa ricorrenza. Da qualche anno l’Associazione del Mondo Animale a Firenze e il Club del Gatto a Roma celebrano la Festa Nazionale del Gatto ottenendo dalle Poste l’annullo filatelico e delle cartoline commemorative. È stata istituita inoltre una messa con la benedizione dei gatti e dei loro compagni umani ed è cresciuto esponenzialmente l’eco delle manifestazioni da Genova a Trieste, da Parma a Milano, passando per l’umbra Perugia. Dal Gattotour in bus della capitale, dove i gatti del Colosseo e di Piazza di Spagna sono patrimonio culturale a Gattart, la tradizionale mostra di dipinti e grafica di Firenze, che resterà aperta fino al 28 febbraio. Da Trieste che celebra i gatti collocando in Via Punta del Forno le prime cassette-rifugio per le colonie feline alla rassegna milanese “Tutti matti per i gatti: incontri, letture, mostre e giochi per bambini”. Premiazioni illustri, raccolte permanenti di cibo per gatti a favore dell’associazione Mondogatto e mostre fotografiche, di pittura, artigianato, libri, filmati e oggettistica, convegni di gattofili scelti tra esperti etologi, veterinari, giornalisti, scrittori, artisti e rappresentanti di associazioni animaliste, coloratissime Cat Parade, con i bambini delle scuole elementari e artisti di strada che sfilano e danzano con maschere e striscioni contro l’abbandono o, peggio, la tortura degli animali. Ogni pretesto è buono per far festa all’amico gatto e a riflettere.