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"Ma l'agricoltura convenzionale non esiste più, per legge"

domenica 15 settembre 2019
"Ma l'agricoltura convenzionale non esiste più, per legge"

"Caro dr. Petronio Coretti, presidente GAL Etrusco Cimino,

lo spirito che pervade il suo articolo può essere anche accettato, e si differenzia dalle “crociate” di alcuni sindaci “nocciolari” del passato, ma con l’impegno di non dire bugie, sennò ci si scopre. Mi riferisco alla sua chiusa dell’articolo in cui dice: “Discutiamo democraticamente di questi temi, nel rispetto di tutte le diverse opinioni. Comprese quelle degli agricoltori che praticano l'agricoltura convenzionale e che vogliono continuare a farlo, nel rispetto della legge. L'adesione al regime biologico o integrato è una libera scelta imprenditoriale. Non può essere un obbligo. Per scelte diverse occorrono consapevolezza e consenso. Costruiamoli insieme".

 Dal 1 gennaio 2014 la lotta integrata è obbligatoria per gli agricoltori italiani.

La normativa di riferimento è il Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento Europeo, in Italia è il Decreto Legislativo n. 150 del 14 agosto 2012 che contiene riferimenti e le linee di attuazione di una normativa che punta a ridurre i rischi e gli impatti sulla salute umana, sull’ambiente, sulla biodiversità e promuovere l’applicazione della difesa integrata nonché di approcci alternativi o metodi non chimici in agricoltura.

Non solo.

Ma l’agricoltura convenzionale non esiste più, per legge. Veda l’intervento dell’agronomo dr. Roberto Petretti (segretario dell’Ordine dei dott. Agronomi e Forestali di Viterbo) al convegno di Vignanello del 2.12.2017 promosso dal Biodistretto della Via Amerina e delle Forre /AIAB Lazio /Comune di Vignanello rinvenibile al link).

Secondo i contenuti dell’allegato III del DL n. 150 si possono individuare 8 punti fondamentali che definiscono i principi generali di difesa integrata:
1. Adeguate scelte agronomiche mezzi genetici, igienici, impiego di organismi utili;
2. Monitoraggio, previsione e allertamenti;
3. Soglie di intervento stabilite in base ai monitoraggi eseguite sul territorio;
4. Priorità a mezzi biologici, fisici quando è possibile;
5. Prodotti Fitosanitari selettivi e a minor rischio possibile per l’uomo e l’ambiente;
6. Dosi ridotte, ridotto n° di trattamenti, trattamenti localizzati per non aumentare il rischio di sviluppo di meccanismi di resistenza;
7. Attuare strategie antiresistenza a organismi nocivi per mantenere l'efficacia dei prodotti. (diversi prodotti fitosanitari con diversi modi di azione);
8. verificare il grado di successo delle strategie di difesa applicate".

Se non basta .....

Vittorio Fagioli,
Coordinamento associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena aderente alla RIPA (Rete Interregionale Protezione Ambiente)