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Mercurio nel Paglia, le osservazioni del Coordinamento

sabato 20 aprile 2019
Mercurio nel Paglia, le osservazioni del Coordinamento

"Circa il tema “Mercurio nei fiumi Paglia e Tevere” riteniamo come sia stato doveroso inserire tale punto nel “Contratto di Fiume Paglia”. Salvo qualificare-erroneamente- il fenomeno soltanto ascrivibile “alle attività estrattive (del passato!) presenti nell’area geografica del Monte Amiata” e non anche alle attività delle centrali geotermiche dell’ENEL.

Infatti come è stato rilevato nel convegno tenutosi ad Orvieto il 12.07.2016, dedicato alla contaminazione del mercurio e promosso dallo stesso Contratto di Fiume, il compianto prof. Roberto Minervini e Andrea Borgia si sono ampiamente soffermati su “come difendere l’Orvietano dai rischi naturali e sui pericoli da mercurio e altro dal comprensorio dell’Amiata con ricadute nel bacino del Paglia fra cui la subsidenza, la estrazione di fluidi geotermici ed il possibile contributo a carico del mercurio nel bacino connesso alle emissioni delle centrali geotermiche di vecchia e nuova generazione”.

Questo dato compare – oltre che in studi dell’Università di Pisa del 2008 e nello studio Basosi-Bravi del 2014 (che indica come il mercurio emesso dalle centrali geotermoelettriche dell’Amiata è pari al 42,5 % delle emissioni di mercurio provenienti da tutto il comparto industriale italiano!), nei documenti ufficiali della Regione Toscana (Delibera Regionale n.344 del 22.03.2010) e nella rivista “Epidemiology and Prevention” che riporta lo studio CNR/ARS (Agenzia Regionale di Sanità della Regione Toscana) del 2010 (le centrali geotermiche sono responsabili di diversi inquinanti, oltre al mercurio, come ammoniaca, arsenico, CO2, ecc.).

Già nel 2015 un reportage dell’Economist titolava significativamente “Mercury and Brunello” su una stupenda foto della Val d’Orcia con un sottotitolo molto esplicativo: “Paradise potentially lost”.

Inoltre nel convegno tenutosi sempre ad Orvieto il 9.01.2017-cordinato da Giorgio Cesari, direttore dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere- lo stesso dr. Marchetti, Responsabile della Struttura Ambiente e Salute dell’ARPA Umbria, Emergenza Mercurio (ri-denominata nel gennaio 2018 “Emergenza mercurio aspetti ambientali e sanitari”), inserisce nelle attività preliminari “la valutazione (su tutto il bacino) della presenza di fattori potenziali di origine antropica”; dello stesso avviso è il dr. Fagotti dell’ARPA Toscana che parla della necessità di sviluppare “oltre alla attività di monitoraggio e censimento delle miniere… anche quella sulla presenza di fonti antropiche…”.

Ma tale posizione dura poco da parte dell’ARPA Umbra: infatti in una nota del febbraio 2017 si sostiene che “La questione della geotermia è stata presa in considerazione nella definizione del modello concettuale del fenomeno e, dai primi riscontri scientifici di letteratura, il contributo fornito da questa fonte al comparto acqua – sedimenti del fiume Paglia è poco significativo (quasi non apprezzabile) rispetto al contributo fornito dalle miniere e sedimenti che ancora si mobilizzano a valle delle miniere stesse. Questo non significa che in altri comparti (emissioni atmosferiche) la questione della geotermia sia da trascurare, ma va gestita in altro contesto territoriale (è una questione prettamente toscana) anche come modello di diffusione del contaminante”.

No, non è una questione solamente toscana –sostiene Rete Nazionale NOGESI– ma una questione dei territori attraversati dal fiume Paglia ed inquinati da mercurio, dunque un problema che riguarda tutte e tre le tre regioni Toscana, Umbria e Lazio. Le miniere di mercurio dell’Amiata sono peraltro dismesse da quarant’anni e in massima parte bonificate, mentre le centrali geotermoelettriche di Enel Green Power, rilasciano continuamente in atmosfera un vero e proprio cocktail di inquinanti “un rubinetto sempre aperto”, tra i quali il mercurio occupa senza dubbio un posto d’onore. E la Rete Nazionale NOGESI si incarica di produrre nei mesi di febbraio e maggio 2017 convegni rispettivamente ad Abbadia San Salvatore e ad Acquapendente in cui vengono sentiti famosi esperti: il giudizio è unanime nel sostenere la posizione delle associazioni ambientaliste nel contratto di Fiume Paglia.

Ed ancora è la stessa Autorità di Bacino del fiume Tevere in una nota del 26.04.2017 a dichiarare di aver disposto la pubblicazione sul proprio sito di una informativa relativa alla “componente geotermica”, quale sorgente di inquinamento da mercurio nel bacino del Paglia/Tevere. Ciò conferma l’attenzione dell’Autorità di Bacino del Tevere - che presiede il tavolo di coordinamento tra le regioni Toscana, Umbria e Lazio – per compiere uno studio più completo ed esaustivo, in grado di distinguere tra le varie fonti di inquinamento (ex-miniere e centrali geotermoelettriche) così da attribuire a ciascuna di esse la paternità di distribuzione di mercurio e poter intervenire in modo efficace e mirato. E premia le iniziative dei vari sindaci, che hanno inoltrato una richiesta in tal senso per non limitare il Piano di Indagine alle ex-miniere dell’Amiata, peraltro oggi in buona parte bonificate, ma per ampliarlo agli impianti geotermici dell’area amiatina. Così come la Regione Umbria nell’incontro a Perugia del 12.07.2017 che parla di “valutare, su tutto il bacino la presenza di fonti potenziali di origine antropica di mercurio, diversa dalle miniere”.

Il 27.09.2018 il dr. Marchetti lascia l’ARPA Umbria per essere nominato quale Direttore Generale ARPA Marche. Non sappiamo chi lo sostituirà nel Contratto di Fiume per il Paglia. Speriamo che il nuovo “esperto” dell’ARPA sia in linea con la considerazione, che va per la maggiore, che l’inquinamento del mercurio nel Paglia e nel Tevere sia anche dovuto alla produzione elettrica delle centrali inquinanti “flash” dell’Amiata".

Nota del Coordinamento Associazioni Orvietano, Tuscia e Lago di Bolsena:  Amelia Belli, Associazione Accademia Kronos-sezione di Orvieto, Orvieto; Filippo Belisario, Associazione WWF – sezione di Orvieto, Orvieto; Lucio Riccetti, Associazione Italia Nostra- sezione di Orvieto, Orvieto; Rita Favero, Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto; Mauro Corba, Associazione Altra Città, Orvieto; Anna Puglisi, Associazione La Renara per l’Eco sviluppo del territorio, Castel Giorgio; Fausto Carotenuto, Comitato Difesa Salute e Territorio di Castel Giorgio, C. Giorgio; Annalisa Giulietti, Comitato di Castel Giorgio in massa contro la biomassa, C. Giorgio; Donato Borri, Comitato garanzie per la centrale a biomasse a Castel Viscardo, C. Viscardo; Marco Carbonara, Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente; Piero Bruni, Associazione lago di Bolsena, Bolsena; Stefano Ronci, Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle; Massimo Luciani, Associazione Il Ginepro, Allerona; Riccardo Testa, Associazione il Riccio, Città della Pieve; Vittorio Fagioli, Rete  Nazionale NOGESI.