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Le "radici per terra e testa verso il cielo" di Erri De Luca

venerdì 23 novembre 2018
Le "radici per terra e testa verso il cielo" di Erri De Luca

“Credo che queste manifestazioni, questi festival organizzati dai comuni, siano delle iniziative cordiali: uso questa parola nel senso specifico, ovvero, credo che siano delle iniziative che sanno tenere insieme le persone, che le radunano. E questo è molto importante". Queste le parole di Erri De Luca, al termine della iniziativa “Radici per terra e testa verso il cielo” che come annunciato si è tenuta giovedì 22 novembre a Canepina, parte del Festival della Cultura dei Monti Cimini: tutto esaurito e solo posti in piedi per ascoltare l’autore che, colloquiando con Angelo Deiana, ha spaziato dalle tragedie umanitarie nel Mar Mediterraneo, “la strada e il crocevia liquido che ci ha dato tutto quel che abbiamo, dalla nostra cultura, al teatro, al monoteismo e il Cristianesimo, fino anche alla matematica” dove continuano a morire esseri umani “imbarcati su gommoni da 40 cavalli, motori che possono navigare serenamente soltanto quando il mare è completamente orizzontale”, fino al rispetto per l’ambiente e la cura del territorio.

“Penso che il fatturato della mia vita non si conti in libri venduti”, ha detto De Luca, “ma in base alla quantità di ombra che sono riuscito a creare. Per questo pianto alberi, ne ho piantati tanti e li continuo a piantare. Sono esseri viventi eccezionali: diversamente dagli uomini, se li spezzi continuano a vivere. Non perdono mai le loro radici”. Ha espresso soddisfazione per il risultato della manifestazione l’amministrazione comunale: “E’ una bella notizia per noi portare a Canepina un evento del genere”, ha detto Aldo Moneta, sindaco del comune: “Il festival dei Monti Cimini è un grande successo, davvero un’esperienza che vogliamo ripetere”.

Mentre De Luca concludeva il suo evento a Canepina, con oltre un’ora di anticipo i primi cittadini entravano al Teatro Caffeina di Viterbo per l’ormai usuale serata del teatro dialettale con la compagnia Li Focò di Caprarola che ha messo in scena “Solo per un maledetto ritardo”. Ennesima prova di completo tutto esaurito a via Cavour, solo posti in piedi e decine di persone che hanno guardato l’intero spettacolo seduti per terra o appoggiate ai muri. “Il teatro popolare rappresenta appieno i nostri territori”, ha detto Eugenio Stelliferi, sindaco di Caprarola e presidente della Comunità montana dei Cimini, presente in sala: “E’ bello riuscire a mettere a disposizione di tutti la nostra storia e le nostre tradizioni. Siamo davvero contenti del progetto che stiamo realizzando: è bello vedere le persone uscire di casa e stare insieme in modo nuovo”.