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Prato Giardino "Battisti" entra nella Rete Regionale delle Dimore Storiche

lunedì 24 settembre 2018
di Davide Pompei
Prato Giardino "Battisti" entra nella Rete Regionale delle Dimore Storiche

Complessi architettonici ed aree verdi. Luoghi come le Ville Tuscolane, il Giardino di Ninfa, le Residenze dei Farnese, il Castello Odescalchi di Santa Marinella. Tasselli di un patrimonio regionale diffuso nel paesaggio dove si avverte l'interazione dell'uomo per produrre scenari complessi. Ha superato la soglia del centinaio, il numero di siti e beni inseriti nella Rete delle Dimore Storiche della Regione Lazio che comprende beni di proprietà pubblica ma anche privati, per i quali i proprietari o i detentori abbiano fatto richiesta e ottenuto l’accreditamento regionale.

"Si tratta di luoghi straordinari, talvolta parte dell’immagine dell'Italia stessa – suggeriscono dall'Ente – che per le loro valenze culturali e turistiche sono oggetto di una rinnovata attenzione da parte di Regione Lazio che, anche attraverso l’ausilio tecnico-scientifico di un apposito comitato di esperti, sosterrà interventi di valorizzazione e promozione di dimore, ville, parchi e giardini di valore storico e artistico". Queste, almeno, le finalità con cui è stata definita la nascita delle Rete, annualmente soggetta ad aggiornamento.

Sulla scorta della richiesta predisposta e caldeggiata da Raffaela Saraconi, già assessore con deleghe a urbanistica e verde pubblico del Comune di Viterbo, Prato Giardino, l'antico parco comunale intitolato nel 2008 alla memoria di Lucio Battisti (i viali portano i nomi dei suoi brani più noti), giusta determinazione G10394 del 13 agosto 2018, è stato inserito nella Rete. "La notizia – commenta – assume importanza non solo perché riconosce la valenza culturale e storica del parco, ma soprattutto perché aprirà nuove opportunità in tema di finanziamenti sovra-comunali che consentiranno di accelerarne la valorizzazione".

L'auspicio condiviso da molti, neanche a dirlo, è che l’attuale Amministrazione Comunale tenga conto di questa opportunità a vantaggio di un luogo verde, le cui origini risalgono al XIV secolo, quando il terreno in questione apparteneva alla Dogana del Patrimonio. Da campo d'esercitazione per le milizie papali a parco di proprietà pubblica nel 1847, bisognerà attendere ancora qualche decennio per vederlo coprirsi di "ombrosi viali, chioschi, laghetti e fontane (…) in un pubblico passeggio signorile ed elegante", decorato com'è dei busti marmorei di Amedeo di Savoia e Vittorio Emanuele II e di quello bronzeo con le fattezze di Giuseppe Mazzini.

"L'Amministrazione Comunale – assicura dal canto suo il sindaco Giovanni Maria Arena, nel raccogliere l'invito-appello – terrà conto della grande opportunità derivante da questo riconoscimento. A nome della città di Viterbo ringrazio l'architetto Saraconi per aver contribuito alla valorizzazione del nostro parco comunale. È nostra intenzione organizzare e promuovere una serie di iniziative tese alla rinascita e alla riqualificazione di Prato Giardino. L'inserimento del parco nella Rete delle Dimore Storiche della Regione Lazio rafforza concretamente tutte quelle azioni di promozione che andremo a fare per il rilancio di Prato Giardino".