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Italia Nostra spara a zero su discarica e gestione di patrimonio storico-artistico e paesaggio

venerdì 3 agosto 2018
Italia Nostra spara a zero su discarica e gestione di patrimonio storico-artistico e paesaggio

"Quale possibile futuro per la città di Orvieto? Dalla discarica de 'Le Crete' alla gestione del patrimonio storico-artistico e del paesaggio". E' stato questo il tema affrontato giovedì 2 agosto presso il Caffè Montanucci nel corso di una conferenza stampa tenuta dal presidente di Italia Nostra Onlus Sezione di Orvieto e dall'avvocato Valeria Passeri della Sezione di Perugia per tracciare un quadro della situazione sulla città, inserita in un ampio contesto territoriale.

Oltre ai ricorsi presentati già dall'associazione "Amici della Terra" e del Comune, c'è dunque anche quello di Italia Nostra notificato a Regione, Soprintendenza e Comune. A stilarlo, l'avvocato Valeria Passeri, della sezione perugina dell'associazione. “Abbiamo impugnato la delibera della giunta regionale del 28 maggio 2018 – ha spiegato – con cui la Regione ritiene di aver superato tutti i dissensi e di poter essere messa nella condizione di dare un giudizio di compatibilità ambientale al progetto. Si parla di rimodulazione, ma nei fatti è un ampliamento sostanziale.

Un procedimento amministrativo avviato addirittura ad agosto 2014. Italia Nostra riscontra vizi formali e sostanziali perché si è voluti andare a tutti i costi contro la realtà dei fatti. La pubblicazione di atti pubblici in materia ambientale spesso non avviene in modo puntuale e trasparente, andando contro peraltro a quelle che sono le direttive comunitarie e al decreto legislativo 195 del 2005 che riconosce a chiunque la facilità nella possibilità di venire a conoscenza del governo del territorio. In Toscana il paesaggio è riserva naturalistica, in Umbria c'è la strafottenza di usare i calanchi come discarica”.

Discarica. "Italia Nostra - ha ribadito Riccetti - è da sempre contraria, la Sezione di Orvieto è rinata dopo anni di silenzio proprio in funzione dell'opposizione alla discarica. Un no secco perché consideriamo la scelta dei luoghi come scellerata e dannosa nei confronti del territorio. Siamo all'epilogo di una vicenda. Oltre al nostro, c'è il ricorso degli Amici della Terra e quello del Comune. La nostra azione è quella di impugnare un atto specifico che è l'atto della Soprintendenza che ha dato parere positivo.

Italia Nostra è intervenuta per due volte presso il Ministero che ci ha dato ragione. Oggi con questo ricorso torniamo sul tema, per fare chiarezza. Oltre all'azione diretta, in collaborazione con il Sottosegretario al Ministero all'Ambiente abbiamo avanzato una richiesta specifica per una verifica delle materie oggi depositate in discarica. Vogliamo sapere una volta per tutte cosa si è stivato e cosa si continua a stivare all'interno de Le Crete. Un atto doveroso nei confronti della cittadinanza che subisce la presenza dell'impianto.

In fase di valutazione, inoltre, l'ipotesi di procedere ad un esposto per abuso di ufficio nei confronti della soprintendente. Chiederemo verifiche specifiche. Nonostante il parere del Consiglio di Stato, il Comune ad oggi non ha ancora provveduto a variare il Piano regolatore di quell'area. Assordante, il silenzio del Consorzio Tutela Vini Orvieto nei confronti della presenza della discarica che insiste in un'area di colture di pregio".

Territorio. "Continua ad essere devastato da interventi dannosi, assurdi che continuano a passare completamente sotto silenzio. Dall'area di San Quirico con coltivazione intensiva di noccioleti al Paglia, che al di là di tutto resta un fiume inquinato e quanto meno andrebbe segnalato con specifica cartellonistica. La partita della geotermia, la sta seguendo un nutrito raggruppamento di associazioni tra Umbria, Lazio e Toscana. Italia Nostra, in ogni caso, è contraria a indagini e progetti che non danno garanzie sulla salvaguardia dei territori".

Decoro urbano. "L'attuale Amministrazione Comunale è degna erede di quanto fatto in precedenza, non è intervenuta a sanare le irregolarità, non esiste un Piano di arredo urbano. Abbiamo una selva di tavolini, sedie, ombrelloni, pedane che la città subisce. Andrebbe presentato un Piano che tenga conto della storicità della città, con urgenze che non possono essere svilite da una viabilità incoerente. In Piazza del Popolo, le fioriere gridano giustizia e le pedane non hanno mai avuto senso di esistere. Non servono pedane schermate che costituiscono un ampliamento di cubatura dei locali, ma tavoli all'aperto. La città fa i conti con erba alta e pessimo decoro, come nel caso delle mura duecentesche di Via Santomanno, l'acquedotto medievale".

Art Bonus. "La città non è preparata alla gestione dell'economia di bene culturale. L'Amministrazione Comunale non fa nualle per promuove i beni culturali della città a livello regionale, nazionale e internazionale, lasciandoli al buon cuore di chi ha un certo tipo di sensibilità. Occorre un vero piano e una maggiore attenzione da parte dei privati a favore della promozione. Quei monumenti sono lì a ricordarcelo. Ci troviamo con un patrimonio culturale svenduto o chiuso in un cassetto. Per paura? Per mancanza di capacità gestionale? Abbiamo musei vuoti, sconosciuti e dimenticati dalla stessa. Si dovrebbe intervenire su questo. L'Art Bonus è uno strumento andato a vuoto. Non c'è una programmazione culturale, non c'è pianificazione, né adeguata sensibilizzazione. Utilizziamo i nostri monumenti come sfondi. Fanno ancora oggi silenziosamente il loro ruolo. Ospitiamo in Piazza Duomo auto d'epoca, feste da ballo, luci psichedeliche. Serve maggior rispetto, che viene da maggiore sensibilità".