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Nuovo allestimento per il Museo dei Cicli Geologici. Quando in Umbria c'era il mare

lunedì 5 marzo 2018
di Davide Pompei
Nuovo allestimento per il Museo dei Cicli Geologici. Quando in Umbria c'era il mare

Istituito nel 2003 dal Comune in collaborazione con il Centro Ateneo per Musei Scientifici dell'Università degli Studi di Perugia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria e presentato per la prima volta nel 2011 in un elegante edificio del centro storico di Allerona, dal 2015 il Museo dei Cicli Geologici che ha fatto delle sue balene fossili l'attrazione principale ha intrapreso un nuovo corso incrementando i percorsi didattici con una nuova importante scoperta.

Da un enorme distesa di argilla in località Bargiano risalente agli inizi dell'Era Quaternaria, infatti, inaspettatamente sono emerse particolari strutture spiralate di materiale mineralizzato. A rinvenirle, sono stati i ricercatori del Dipartimento di Fisica e Geologia dell'Università degli Studi di Perugia, in particolare i geologi Paolo Monaco, Roberto Bizzarri, Federico Famiani.

Ne ha parlato la professoressa Angela Baldanza, ricercatrice in Geologia e Paleontologia e responsabile scientifico del museo alleronese, ai microfoni di UmbriaRadio nella puntata di mercoledì 28 febbraio della trasmissione "L'Uovo di Colombo", finestra radiofonica sulla ricerca scientifica sviluppata all’interno dell’Ateneo perugino, ospite dei giornalisti Francesco Locatelli e Laura Marozzi.

"L'Umbria Sud-Occidentale – ha spiegato – è un sito importante per studiare i depositi marini di un milione e 750.000 anni fa. Sulle coste di spiagge sommerse, poi emerse, arrivavano foci fluviali che portavano acqua dolce e materiali. Ritirato il mare, Allerona si è rivelata un punto nevralgico per i mammiferi marini. Nel 2016 abbiamo estratto dalle argille marine il terzo scheletro completo di cetaceo. Appena il restauro sarà completato verranno esposti nel museo".

Lo ha annunciato a pochi giorni dalla presentazione, tenutasi venerdì 23 febbraio, del nuovo allestimento dell'unico museo al mondo ad ospitare reperti di ambra grigia fossile alla quale è stato dato il nome di "Ambergrisichnus Alleronae", ritrovati proprio nel territorio. Una scoperta oltremodo singolare, rappresentando l’unica testimonianza, al momento, della frequentazione di capodogli durante il Pleistocene nell’area di mare poco profondo di Allerona.

Al visitatore, il museo realizzato grazie al contributo della Regione e al lavoro dei ricercatori dell’Università, racconta di quell’antico ambiente marino di cui ora si studiano le tracce fossili ed offre l'occasione per attraversare la lunga storia geologica fino all’attuale sviluppo antropico del territorio. In esposizione, anche denti di squalo, crostacei, molluschi e resti scheletrici di cetaceo, contribuendo alla diffusione della cultura scientifica ed alla comprensione della storia del territorio.

Non sfuggono le potenzialità in termini di divulgazione scientifica, didattica ed educazione ambientale di un simile luogo all'Amministrazione Comunale di Allerona, in particolare al sindaco Sauro Basili e all'assessore alla cultura Maura Gilibini, intervenuti alla presentazione insieme al magnifico rettore Franco Moriconi. Tra le presenze annunciate, anche l'assessore regionale Fernanda Cecchini e la presidente del Comitato per gli Ecomusei della Regione Umbria Antonella Pinna.

E ancora Massimiliano Rinaldo Barchi, direttore del Dipartimento di Fisica e Geologia, Cristina Galassi, direttore del Centro di Ateneo dei Musei Scientifici, Giovanni Altamore della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, Fiorello Primi, presidente nazionale del Club de "I Borghi più belli d’Italia" e gli artisti Ornella Ricca e Pietro Spagnoli, creatori dell’opera “Earth: due parole sul futuro”, in esposizione temporanea nella Sala Aurora attigua al museo.

Per ulteriori informazioni:
http://museoallerona.blogspot.it/