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La Faggeta Vetusta dei Monti Cimini riconosciuta Patrimonio Naturale dell'Umanità

lunedì 10 luglio 2017
di Davide Pompei
La Faggeta Vetusta dei Monti Cimini riconosciuta Patrimonio Naturale dell'Umanità

Hanno più di due secoli di età, oltre 40 metri di altezza e diametri superiori a un metro, i faggi monumentali che sorgono sui Monti Cimini tra massi tondeggianti. Merito dei terreni molto fertili che tradiscono l'origine vulcanica e la longevità degli arbusti che compiono il ciclo vitale, dalla nascita alla morte, senza il rischio di cadere dietro il colpo di un'ascia. Tanta verde bellezza, alle porte di Viterbo, non solo è zona protetta e tutelata. Ma da venerdì 7 luglio riconosciuta dai membri dell'Unesco riunitisi a Cracovia anche come Patrimonio Naturale dell'Umanità. Nella città polacca a sostenere il progetto davanti agli esperti, Alfredo Di Filippo, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università degli Studi della Tuscia.

Che, insieme, al collega Gianluca Piovesan ha coordinato per l’Italia il grande e lungo lavoro scientifico svolto sotto la regia del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e la direzione internazionale del Ministero dell'Ambiente dell’Austria. In Italia, il progetto di espandere il sito seriale Unesco è stato sostenuto dal Ministero dell'Ambiente e dai Carabinieri forestali, e interessa  le faggete vetuste del Parco degli Abruzzi, del Casentino, Pollino e Gargano e i preziosi nuclei ubicati nei comuni di Soriano nel Cimino e Oriolo Romano.

La motivazione dell'alto riconoscimento è stata individuata nella "elevata naturalità di questi ecosistemi dominati dal faggio distribuiti lungo tutto l’Appennino e rappresentativi della diversità dei processi ecologici nella Regione del Mediterraneo Centrale". In particolare, la Faggeta Vetusta dei Monti Cimini è stata a lungo studiata e spiegata con meticolosità scientifica dai due docenti del Dafne per l’unicità degli aspetti ecologici e strutturali che racchiude quali alberi alti fino a 50 metri.

"È stato un lavoro lungo durato anni – ha spiegato il professor Gianluca Piovesansvolto in collaborazione sinergica tra le diverse amministrazioni dello Stato, dai Parchi Nazionali ai Comuni che hanno creduto e voluto fortemente questo riconoscimento. I docenti del Dafne hanno condotto le approfondite ricerche scientifiche tutte finalizzate all'ottenimento del risultato finale. Un risultato che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, l'altro grado raggiunto dall'Università degli Studi della Tuscia nella ricerca, nella didattica e nella valorizzazione del capitale naturale e culturale del nostro Paese, unico per storia e bellezza dei luoghi".

L'attività di ricerca e didattica del professor Alfredo Di Filippo riguarda le tematiche proprie della dendrologia e dell'ecologia forestale. Nello specifico, le sue ricerche si concentrano sullo studio dell'auxologia degli alberi e delle dinamiche spaziali e temporali degli ecosistemi forestali, a livello sia di popolazione che di comunità arborea. "Il riconoscimento della Faggeta Vetusta dei Monti Cimini come Patrimonio dell'Umanità – hanno sottolineato i due docenti – è il primo del genere mai concesso all'Italia per l’estrema rilevanza dei processi ecosistemici e biologici".

Anche per questo motivo è ancora più grande la soddisfazione e il lustro che va all'Ateneo e alla sua ricerca. "Il risultato – ha dichiarato, al riguardo, il ministro degli affari esteri Angelino Alfanoè frutto del grande sforzo diplomatico della Farnesina, unito alla competenza tecnica degli esperti del Ministero dell'Ambiente e dei consulenti dell'Università degli Studi della Tuscia presenti a Cracovia. Un grande lavoro di squadra è riuscito a fornire al Comitato elementi decisivi a sostegno della validità delle nostre candidature".

Parole, quelle del ministro, accolte con particolare soddisfazione sia da Alessandro Ruggieri, rettore dell'Università, che dai docenti che in prima persona hanno elaborato il progetto. Altri attestati di stima e congratulazioni sono giunte ai vertici dell'Ateneo viterbese. "Ora – riferiscono da qui – spetta agli organismi competenti saper mantenere intatto l'ecosistema di questo immenso polmone verde della provincia di Viterbo indispensabile alla conservazione dell'ambiente".