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Monte Peglia, patrimonio Unesco della biodiversità. Orvieto sostiene la candidatura

venerdì 26 maggio 2017
di Davide Pompei
Monte Peglia, patrimonio Unesco della biodiversità. Orvieto sostiene la candidatura

Valorizzare gli elevati livelli di biodiversità e i retaggi storici della zona. Ma anche tutelare il paesaggio e, con esso, le identità e l'integrazione civile. Volontà non solo emotive, supportate anche da contributi scientifici. Sono quelle già espresse a luglio dello scorso anno in occasione della presentazione di un progetto "complesso, difficile, appassionante". Quello che punta al riconoscimento del Monte Peglia quale patrimonio immateriale dell'Unesco. Un presidio di biodiversità, una riserva mondiale dell'umanità. Capofila del progetto, l’associazione "Monte Peglia per Unesco" con il supporto dell’Agenzia Forestale Regionale, l’Arci Caccia, l’Associazione Italiana Guide Escursionistiche Umbrò ma anche il Comune di San Venanzo.

E, adesso, anche quello di Orvieto che aderisce alla candidatura in maniera convinta. Da una prima mappa dove il territorio è diviso in tre zone – un’area centrale a vocazione protezionista, una intermedia e una terza con insediamenti urbani preesistenti – si è partiti per elaborare il dossier di candidatura, che dovrà essere selezionato dal Governo e poi approdare alla commissione Unesco a Parigi, per la valutazione internazionale. Il progetto è stato presentato mercoledì 24 maggio dai rappresentanti dell’area del Monte Peglia che hanno partecipato all’audizione preliminare del Comitato Tecnico Nazionale MAB – l'acronimo stra per Men and the Biosphere – Unesco, svoltasi presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Da lunedì 22 a giovedì 25 maggio si è tenuta invece l'ottava edizione delle Giornate Patrimonio Unesco dell'Umbria.

"Nell’ottica della tutela e rilancio delle aree montane – affermano Alessandra Cannistrà e Andrea Vincenti, assessori rispettivamente alla cultura e al turismo – l’Amministrazione Comunale di Orvieto ha valutato positivamente il progetto di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico e ambientale del Monte Peglia, bene che merita di essere conosciuto e valorizzato. Un progetto qualificante anche per i benefici che può portare alla valorizzazione della cultura locale, al territorio nel suo complesso e al turismo realizzando la giusta ricaduta occupazionale a favore delle imprese presenti sul territorio e dando forma ad un progetto di sviluppo sostenibile”. Anche da un punto di vista strettamente ambientale, “tale candidatura assume un particolare valore anche a scongiurare per il futuro qualsiasi iniziativa speculativa e sconsiderata suscettibile di mettere a repentaglio l’integrità e lo straordinario pregio biologico e paesaggistico dell’area".

Un'area che, come più volte sottolineato dal sindaco di San Venanzo Marsilio Marinelli, ha rifiutato il parco eolico e che vede nell'ottenimento del Mab Unesco grande giovamento per attività turistiche e agrituristiche. "Il riflesso condizionato che la biodiversità di questi luoghi suscita – annota Francesco Paola, presidente dell’associazione capofila – è quello atavico di un luogo che è il paesaggio, ed il paesaggio rappresenta per definizione propria la varietà e la interazione tra le specie, che è antidoto anche alla frammentazione, e la varietà simbolica di culture, ed un messaggio interculturale profondo e ricco, costituzionalmente orientato. Ed è il nostro convincimento anche che è la qualità dei progetti innovativi e di idee nuove, i quali attivino nuove ed evolute forme di coesione sociale, intorno alla difesa di beni costituzionali essenziali, tra i quali il bene del paesaggio, che possono innescare fenomeni inaspettati e nuovi, anticorpi civili, ed una inversione di tendenza".