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"Patriarchi Verdi". In corso il censimento degli Alberi Monumentali

martedì 17 gennaio 2017
di Davide Pompei
"Patriarchi Verdi". In corso il censimento degli Alberi Monumentali

Non solo grande, ma anche verde, la bellezza fuori misura dei vegetali che per dimensione, storia e particolarità nascoste tra le fronde si fregiano del titolo di "Alberi Monumentali". Relativamente recenti in Italia – dove per ogni cittadino si contano 200 alberi – i criteri generali per la loro definizione, arrivata solo da alcuni articoli della legge n. 10 del 14 gennaio 2013 "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani", che tra l'altro stabilisce l'obbligatorietà per ogni Comune di censire i propri anziani giganti e garantisce loro massima tutela.

A livello attuativo di dettaglio sono, in realtà, le Regioni ad avere la competenza sulla materia, che solitamente attuano anche con l'adozione di specifiche leggi regionali. In corso di ultimazione, intanto, il Censimento Nazionale degli Alberi Monumentali, realizzato in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, formalmente accorpato dall'inizio dell'anno con l'Arma ma senza dispersione di funzioni e professionalità. Due, in Umbria, i nuclei specializzati che operano nelle rispettive provincie. Obiettivo, la predisposizione di un Elenco Nazionale – e completo – dei Patriarchi Verdi, che saranno riconosciuti patrimonio paesaggistico e ambientale del Paese.

Il primo "Censimento Nazionale degli Alberi di Notevole Interesse" fu avviato nel 1982 individuando a livello nazionale 1255 esemplari. Negli anni, tra le tante realtà verdi in campo, oltre alle segnalazioni di singoli cittadini anche l'attività dell'Associazione Patriarchi della Natura, costituitasi nel 2006 con il dichiarato spirito di "preservare i capostipiti delle generazioni vegetali per permetterne la loro esistenza". Folta, la rappresentanza in Umbria in quella che è considerato – non a sproposito – il cuore verde d'Italia. Nell'Elenco Regionale degli Alberi di Rilevante Interesse affondando le loro radici nell'Orvietano tredici esemplari.

Dai 28 metri di altezza del Pino Domestico che svetta nella frazione di Morrano Nuovo ai 25 della Roverella in località Buonviaggio. Dai 19 metri di chioma che vanta la Rovere in località Civitella dei Conti, San Venanzo, ai 13,5 del Leccio in Podere Borgo, sempre a San Venanzo. Nell'Alfina sorge il Cipresso di Monterey, in località Podere Castellana, Castel Giorgio e in località Citerno, un'imponente Roverella. Non meno importante di quella situata lungo la strada di Civitella del Lago, nel Comune di Baschi. Possente, il Castagno di San Gabriele, a Parrano. Tripla, la rappresentanza per Ficulle – che conta un Cedro in località Sala, una Farnia in località Codone, una Roverella in località Santomanno – e per Montegabbione che rilancia con il Leccio alto 20 metri che svetta al Podere Boschetto, la Roverella in Pian di Borgone e il Frassino Ossifillo di Pian di Borgone.

Oltre alla "Quercia dell'Inglese" di Montegabbione, ai cui piedi morì vittima della guerra mondiale, un soldato, è celebre, nelle vicinanze toscane, anche l'esemplare di Rovere – Quercus Petraea – meglio nota come "Quercia delle Checche", situata nell'omonima località senese incastonata nel cuore della Val d'Orcia, "o delle Streghe", secondo antiche leggende. Età approssimativa, quasi 300 anni. Altezza, 19 metri. Perimetro del tronco, quasi 4,90 metri. Diametro della chioma, oltre 34 metri.

E poi c'è il Lazio, eterna scoperta di Parchi e Riserve Naturali. "Per ragioni storiche di uso del territorio – spiegano dal Parco Valle del Treja, parte del Sistema dei Parchi e delle Riserve Naturali della Regione Lazio – nelle nostre zone è difficile imbattersi in alberi che rispondano ai requisiti minimi fissati per entrare nel prestigioso elenco, eppure non mancano esemplari arborei notevoli. Tra di essi spiccano il grande Cerro sulla vetta di Monte Li Santi, che con i suoi 370 centimetri di circonferenza è a un passo dall’essere riconosciuto tra gli alberi monumentali, o il maestoso Salice Bianco sulla sponda destra del Treja, la cui imponente figura segna il confine settentrionale del Parco".

Sono esemplari preziosi, custodi di biodiversità ma anche testimoni della storia del territorio, che meritano di essere valorizzati oltre che tutelati. È per questo motivo che abbiamo deciso di avviare la mappatura degli alberi di pregio del Parco, includendo, oltre ai grandi alberi secolari, anche esemplari più giovani ma appartenenti a specie di interesse. Come gli alberi da frutto, un tempo coltivati nella valle e oggi diventati parte del bosco, che oltre a raccontarci del passato, conservano spesso un patrimonio genetico che, non più tramandato, rischia di scomparire".

Oltre alla localizzazione per ciascun esemplare sarà compilata una scheda descrittiva e le informazioni saranno rese disponibili sul sito www.parcotreja.it. Utile, per completare il lavoro collaborazione e segnalazioni di tutti relativi agli alberi che ritiene di interesse. Sarà cura dello staff raccogliere dati e informazioni necessarie alla compilazione dell'Atlante.

Per ulteriori informazioni:
Parco Valle del Treja
0761.587617 – gargini@parcotreja.it