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"Non si possono del tutto escludere scosse rilevanti"

venerdì 24 giugno 2016
"Non si possono del tutto escludere scosse rilevanti"

"Il 30 maggio scorso si è verificato un terremoto di magnitudo 4.1 in località Castel Giorgio, al confine tra la provincia di Terni e Viterbo, poco a nord del lago di Bolsena. In un primo momento, la profondità dell'evento è stata stimata a 15 km. Successivamente è stata corretta fra i 3 e i 6 km da un sismologo di grande esperienza. Niente di strano perché la prima valutazione, fatta tempestivamente e in modo pressoché automatico, può risultare imprecisa. Inoltre la misurazione della profondità focale è per sua stessa natura sempre difficoltosa. Successivamente, in un'intervista a Tusciaweb.ue, il presidente dell'INGV pone l'ipocentro a 8 km di profondità.

A noi cittadini, purtroppo, non è dato sapere il perché di questo saliscendi ipocentrale e ormai faremo fatica a credere a quanto ci verrà eventualmente spiegato a quasi un mese dall'evento.
In questa materia la trasparenza costante è essenziale e queste "misteriose incongruenze" incidono gravemente sulla credibilità scientifica di tutto un ambiente che nel passato si era guadagnato la stima da parte di tutti. Approfondiremo, comunque, la questione perché fra le varie cose dette nell'intervista appare che la zona focale dell'evento potrebbe venir sfruttata nel prossimo futuro come campo geotermico. Vi si dice anche che: "i campi geotermici sono in genere confinati nei primissimi chilometri della crosta, molto al di sopra delle sorgenti sismogenetiche che in genere sono diversi chilometri più profonde".

Verrebbe allora da pensare che gli 8 km di profondità siano stabiliti proprio per non "disturbare" il campo geotermico e soprattutto coloro che intendessero sfruttarlo. Ovviamente non è così ... se così fosse sarebbe gravissimo. Da denuncia! Comunque, seguiremo con cura la vicenda, sperando anche nella professionalità e nell'etica dei ricercatori INGV, che certo non si occupano di questi delicati argomenti "pro tempore" ma che sembrano esser diventati molto "riservati". Non si può del resto ignorare l'affermazione: "le sorgenti sismogenetiche in genere sono diversi chilometri più profonde". In Val D'Agri, invece, lo stesso personaggio ha sostenuto l'idea che le sorgenti sismogenetiche possono addirittura arrivare in superficie, come abbiamo raccontato diffusamente la settimana scorsa. Faglie ed ipocentri sembrano così spostarsi, senza spiegazioni di sorta.

Sembrerebbe che "spostamenti", anche notevoli, del luogo ove si potrebbero originare fenomeni molto pericolosi vengano imposti alla Natura specialmente in luoghi dediti alla produzione di energia. Forse l'autore di asserzioni così incisive, prima di esprimersi, dovrebbe acquisire la consapevolezza che la moderna sismologia consente misure di grande precisione, peraltro verificabili. Da molto tempo ormai non è più restringibile in un ambito puramente descrittivo. Assistiamo quindi ad un pericoloso ritorno, forse inconsapevole, ma deciso e netto all'ipse dixit pre-galileiano.
La cosa che più colpisce nell'intervista è infatti l'affermazione: "Non si possono del tutto escludere scosse rilevanti".

Che significa? Chi parla non è qualcuno al bar con gli amici ma uno che, fra l’altro, si è impegnato strenuamente e per lungo tempo per arrivare al vertice del massimo organo europeo di sismologia. Se “non si possono del tutto escludere scosse rilevanti", dobbiamo pensare che si verificheranno scosse rilevanti e comportarci di conseguenza? E inoltre: "quanto" rilevanti? È il "quanto" che caratterizza la moderna scienza galileiana e, certamente, non vacui discorsi adatti al più per qualche chiacchiera con qualche giornalista felice di interloquire con colui che ritiene di poter definire una delle "massime autorità" in Geodinamica!

Le domande qui poste sono più che lecite e le risposte dovrebbero essere tempestive e ben argomentate. Non si può dimenticare che l'autore di siffatte criptiche locuzioni nel passato ha affermato pubblicamente di essere in grado di prevedere i terremoti, come si evince chiaramente da questo video. Quanto detto nel video deve essere analizzato attentamente, perché lo stesso personaggio, in altra sede, ha sostenuto di aver previsto anche le scosse emiliane del maggio 2012. Capacità previsionali sempre rese note a terremoto avvenuto ma, visto il ruolo attuale del "previsore", da prendere molto seriamente. E indubbiamente faremo un'analisi accurata per capire quali siano le "basi scientifiche" su cui poggiano queste previsioni. L'auspicio è quello di poter condividere sulla base di una disanima estremamente rigorosa le affermazioni fatte. Se così non fosse ... già gli ultimi cinque anni hanno avuto un impatto disastroso su un ente (l’INGV) che nel suo campo era ai vertici nazionali e internazionali. Ma, adesso, in nome di Dio, basta!"

Enzo Boschi enzo.boschi@ilfoglietto.it

è un geofisico italiano, dal 1999 al 2011 presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) l’ente italiano che, fra le altre attività, gestisce la rete di controllo sui fenomeni sismici e vulcanici ed ha organizzato il monitoraggio di tutti i vulcani attivi italiani. A proposito del terremoto del 30 maggio 2016 sull’altopiano dell’Alfina ed alle tranquillizzanti dichiarazioni- rilasciate a Tusciaweb del 3 giugno scorso - dell’attuale presidente dell’INGV prof. Carlo Doglioni, circa la prevista installazione di due centrali geotermoelettriche sull’altopiano.

 


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