ambiente

Lettera aperta al sindaco di Orvieto sui pini tagliati in via degli Ulivi

mercoledì 30 aprile 2014
di Gianni Cardinali
Lettera aperta al sindaco di Orvieto sui pini tagliati in via degli Ulivi

Gentile Signor Sindaco,
nei giorni scorsi, in via degli Ulivi a Ciconia, sono stati abbattuti diversi esemplari di pinus brutia (pino calabrese), molto simile a pinus halepensis (pino di aleppo).
La vicenda ha avuto un riscontro diffuso come diffusa è stata la riprovazione, tanto che qualcuno ha parlato di “pinicidio”. Chi, come me, ha visto nascere Ciconia negli anni ’70, l’ha vista crescere in modo discutibile ed ha contribuito a dare il nome di gran parte di quelle vie dedicate ad alberi perché poi venissero piantati per modificarne la fisionomia, non ha potuto rimanere insensibile alle sollecitazioni perché intervenissi protestando di fronte ad un atto insulso e privo di motivazione razionale.

Risulta che il taglio sia stato fatto dai vigili del fuoco che, se non erro, dovrebbero intervenire quando gli alberi possono costituire un pericolo attuale o potenziale a cose o persone. Dalla ricognizione non sembra assolutamente che potessero esserci quelle condizioni, per le caratteristiche della specie e per la distanza che i primi alberi avevano rispetto al muro di cinta di un’abitazione che, per precauzione, negli anni scorsi era già stata ampiamente salvaguardata con l’asportazione di alcuni esemplari più vicini al muro.

Se poi il pericolo venisse attribuito ai pollini, come sembrerebbe dalle proteste di alcuni cittadini, va detto che le conifere, avendo una impollinazione anemofila con il polline che può essere trasportato a distanze considerevoli, è ridicolo eliminarle vicino al possibile effetto, perché il polline potrebbe venire da conifere molto distanti e così diffuse a Ciconia come altrove.
Insomma: il “pinicidio” è una operazione, circondata da molti punti oscuri, che l’Amministrazione Comunale sembra aver adottato con qualche provvedimento che non si conosce e che dovrebbe essere chiarito.

Va aggiunto che, grazie ad una primavera anticipata, su quegli alberi potevano esserci nidi di cardellino, di verzellino o di verdone. Quindi, il taglio alla fine di aprile, seppure autorizzato, risulterebbe comunque in violazione delle attuali norme per la tutela della fauna selvatica. Colgo l'occasione per segnalare le mancate attenzioni per il viale dei tigli di ciconia, ove sembra che proseguano i danneggiamenti agli alberi, mentre non c'è traccia di reimpianti di alberi mancanti.