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Torna alla ribalta la vicenda edilizia di Rocca Ripesena. Le associazioni ambientaliste ricorrono al TAR e alla Procura della Repubblica

mercoledì 1 agosto 2012
Torna alla ribalta la vicenda edilizia di Rocca Ripesena. Le associazioni ambientaliste ricorrono al TAR e alla Procura della Repubblica

Torna alla ribalta la questione ambientalista a Rocca Ripesena, con un esposto-denuncia presentato alla Procura della Repubblica di Orvieto, con due atti distinti rispettivamente in data 10 e 20 luglio, dalle associazioni ambientaliste dell'Orvietano e dal comitato Amici di Rocca Ripesena. L'esposto è accompagnato anche da una notifica alle parti di un ricorso al TAR dell'Umbria relativamente al progetto edilizio presentato dalla F.C. GROUP S.r.l.

Nel primo i firmatari dell'esposto fanno presente alcune anomalie procedurali e gli avvenimenti accaduti in ordine alla nota vicenda, chiedendo alla Procura di accertare eventuali profili di illiceità e, conseguentemente, di procedere verso i responsabili di tali violazioni. Nel secondo, firmato da cittadini di Rocca ed associazioni, vengono portati all'attenzione e al giudizio del Tribunale vari aspetti che hanno contraddistinto la vicenda.
Nell'ampia documentazione presentata vengono tra l'altro segnalate le dichiarazioni degli uffici comunali circa la mancanza di aree idonee, nel comune di Orvieto, alla realizzazione di edifici destinati alla ricezione alberghiera. Aree che invece risulterebbero già previste nel vigente P.R.G., senza bisogno quindi di procedere ad alcuna modifica dello stesso per quanto si vorrebbe realizzare a Rocca Ripesena (un nuovo albergo il cui progetto, momentaneamente, è stato tuttavia ritirato dalla società proponente).

"La medesima variante, a nostro avviso irregolarmente approvata dal comune di Orvieto - affermano in una nota stampa le associazioni e i comitati che hanno firmato l'esposto - ha comportato anche la variazione della classificazione urbanistica di un'area destinata ad ospitare un edificio pertinenziale e di aree esterne a quella della società proponente, declassificando inopinatamente anche edifici tutelati di proprietà di altri soggetti ed addirittura a loro insaputa. In particolare per un casolare e una piccola chiesa, già qualificati come "edifici sparsi costituenti immobili di interesse storico, architettonico e culturale", si è proceduto di autorità al loro declassamento riattribuendo i relativi codici identificativi ad altri edifici situati in tutt'altra parte del territorio comunale. Ma c'è di più: lo stesso proponente dell'opera, nel redigere le "brevi note" alle osservazioni dei cittadini di Rocca Ripesena e delle associazioni ambientaliste, confessa candidamente di non aver inserito nel progetto, né di aver altrimenti richiesto, la denunziata de-classificazione dei beni vincolati (cosa che non sarebbe neppure potuta accadere per difetto della disponibilità dei beni)".

"I ricorsi segnalano inoltre - informano ancora i comitati - il travisamento in merito al contenuto ed alla funzione del procedimento ex- DPR 447/1998, che possiede ben determinati presupposti, in quanto la variante urbanistica deve essere imprescindibilmente connessa all'insediamento della specifica attività produttiva richiesta. Invece, la variante approvata dal Consiglio comunale è andata persino oltre quanto richiesto dalla proponente, concedendo una cubatura decisamente maggiore di quella necessaria per realizzare l'immobile indicato nel progetto e, quindi, da qui in avanti utilizzabile in qualsiasi momento da parte della F.C. GROUP Srl sotto Rocca Ripesena. Peraltro, la rinuncia espressa dal proponente alla realizazione di una parte del progetto avrebbe dovuto imporre, in sede di valutazione progettuale, un rifacimento completo dell'intero procedimento, cosa che invece non è avvenuta. Altro aspetto evidenziato nei ricorsi presentati è quello relativo al fatto che nella documentazione presentata a corredo del progetto alberghiero manca un fabbricato residenziale esistente da anni, come è facilmente dimostrabile da foto aeree ed altra documentazione".

L'edificio non rappresentato, secondo quanto gli ambientalisti segnalano, sarebbe stato "materialmente demolito parecchi mesi dopo la redazione e la presentazione del progetto, ma prima che il Consiglio Comunale si pronunciasse in merito all'approvazione". Le determinazioni prese, dunque, e la consequenziale approvazione del progetto da parte del Consiglio Comunale, sarebbero fondate, secondo i comitati, su materiale istruttorio e su atti che non rappresentavano, in quel periodo, la realtà dei fatti.

"Ma un'altra 'eccezione' avrebbe dovuto interrompere la procedura e rigettare l'intero progetto - continuano nella nota gli ambientalisti - ci riferiamo alla proposta contenuta nel progetto del proponente l'opera di modificare la destinazione d'uso dell'attuale agriturismo in country house, cosa che, a nostro avviso, non sarebbe legittima in base alla vigente legge regionale sulle strutture ricettive, poiché tale destinazione può derivare solo dalla ristrutturazione e dall'ammodernamento di ville o casali, e l'immobile oggetto di trasformazione (l'agriturismo) non rientra in nessuno dei due casi. Circostanza evidenziata già in sede di conferenze di servizi da parte della Provincia di Terni e della Regione dell'Umbria, ma di cui il Comune di Orvieto non ha inspiegabilmente tenuto conto. La variante approvata dal Comune di Orvieto si porrebbe infine in contrasto con le disposizioni per la tutela del paesaggio contenute nel P.T.C.P. della Provincia di Terni in quanto consentirebbe la realizzazione di nuove edificazioni viciniori alla singolarità geologica emergente e costituente appunto la rupe di Rocca Ripesena. Nell'area infatti sono consentiti solo meri interventi di mantenimento e conservazione, rimanendo quindi esclusa qualunque possibilità di nuove edificazioni correlate ad iniziative produttive e/o imprenditoriali, come nel caso di specie".

"La vicenda di Rocca Ripesena - sottolineano ancora i firmatari degli esposti e della nota stampa - assume, per i ricorrenti, e ci auguriamo per tutti quelli che hanno a cuore la tutela del territorio orvietano, un aspetto paradigmatico in quanto è stata utilizzata, per la prima volta nella storia di Orvieto, una procedura urbanistica abbreviata che, pur prevista da norme specifiche (sulle quali forse sarà necessario riflettere nelle sedi opportune circa l'efficacia e la congruità, visti danni ambientali che è capace di produrre), se non accompagnata da un grande senso di responsabilità verso le importanti caratteristiche paesaggistiche del territorio orvietano, può portare a sgradevoli ed ingiustificati processi di cementificazione ed incontrollata alterazione del paesaggio. Sono azioni ingiustificate che a nostro avviso per prime le amministrazioni preposte dovrebbero scongiurare già nelle fasi istruttorie anziché adire procedure straordinarie che rischiano di pregiudicare l'interesse generale. Azioni contro le quali, così come già accaduto nel Comprensorio Orvietano, i comitati, le associazioni ambientaliste ed i cittadini tutti non possono che schierarsi in una nuova battaglia, dopo quelle già vinte in un recente passato, per la difesa dei nostri territori, della nostra appartenenza culturale e dei nostri stili di vita".

Gli esposti e la nota stampa sono firmati da:
Comitato Amici di Rocca Ripesena, Orvieto
Associazione WWF - sezione di Orvieto
Associazione Altra Città, Orvieto
Comitato Interregionale Salvaguardia Alfina (CISA), Orvieto
Associazione Accademia Kronos, Umbria
Associazione Amici della Terra- Club di Orvieto
Associazione sviluppo sostenibile e salvaguardia Alfina, Acquapendente
Comitato P.D. dalla Specul. del Fotovoltaico Selvaggio, C.Giorgio
Rete Salvaguardia Territorio (Re.Se.T.), Bagnoregio
Comitato tutela e valorizzazione Valli Chiani e Migliari, Ficulle