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La posizione di IdV Orvieto

martedì 26 aprile 2011

Il recente pronunciamento dei Comuni della Provincia di Terni riuniti nell'ATI4, che considera una inevitabile necessità l'ampliamento del secondo calanco e lo sfruttamento del terzo nella discarica di Orvieto appare privo di giustificazione almeno per tre motivi:

1. non risulta che lo stesso organismo abbia prodotto o completato il lavoro avviato per la definizione del Piano dei rifiuti dello stesso ATI4. In questo senso non risulta comprensibile queste linee guida quale riferimento possano avere, se non come elemento di improvvisazione finalizzato ad interessi che non comprendiamo;
2. è tutt'ora all' esame dei competenti organi il progetto presentato dalla SAO per l'ampliamento della discarica. Appare pertanto una operazione di scarsa sensibilità istituzionale anticipare la conclusione indipendentemente dai tempi richiesti per la conclusione del lavoro degli organismi designati;
3. occorre ricordare che l'ATI ha una competenza specifica in materia di raccolta differenziata finalizzata al riciclo. Appare dunque completamente incomprensibile la ritrosia che lo stesso ATI denuncia per l'avvio di tali operazioni, se non con la volontà di rimandare e procrastinare l'avvio della raccolta porta a porta in modo da rendere irrinunciabile la sopravvivenza della discarica e dell'incenerimento. In questo senso sappiamo bene che l'affermazione che per l'avvio di una raccolta differenziata debbano essere necessari tre o quattro anni è del tutto priva di giustificazione: se esistessero volontà e determinazione sarebbero sufficienti solamente pochi mesi. Analogamente per il discorso dei costi che non è stato né analizzato né giustificato.
D'altra parte non possiamo che ribadire che ci sembra di avere compreso che in realtà in Umbria non esiste la volontà da parte delle Istituzioni di prendere in seria considerazione la pratica della differenziata e del successivo riciclo, e questo con grave danno per le casse comunali e per le tasche dei cittadini che continuano a pagare senza giustificazione alcuna per una gestione del ciclo dei rifiuti che vede il sistema discarica e futuro inceneritore come obiettivi centrali, con i danni, i costi e gli sprechi che ne derivano, solo a vantaggio delle aziende di gestione degli impianti. I Sindaci farebbero bene ad essere più attenti alle insidie che questo sistema comporta a svantaggio dell'interesse del cittadino e per la conseguente tassazione ingiustificata.

Riassumendo:

il documento dei Sindaci della ATI 4 ha il sapore della resa incondizionata della politica locale di fronte a necessità industriali che nulla hanno a che fare con l'interesse della cittadinanza; la mancanza di iniziativa e di capacità innovativa non possono essere spacciate per necessità cogenti ed immutabili; la classe politica dirigente meglio farebbe a porre paletti per una gestione dei rifiuti innovativa, economica, rispettosa dell'ambiente. Questa non può essere più considerata una scelta, ma deve essere vista come neccessità inderogabile. L'esistenza in più zone d'Italia di realtà industriali siffatte ne garantisce l'applicabilità in ogni territorio.

Ogni operatore industriale deve adeguarsi a questa politica innovativa: quelli che conosciamo ne hanno i mezzi e le capacità. A loro solo l'onere di affrontare quella riconversione che le norme nazionali ed europee reclamano da anni. Una industria di raccolta differenziata e riutilizzazione delle "materie prime seconde" è in grado di creare posti di lavoro in modo molto più importante di quanto non sia possibile con il normale conferimento in discarica del rifiuto "tal quale".

Concludiamo ribadendo che il coordiamento Italia dei Valori di Orvieto è completamente in disaccordo con le considerazioni che sono contenute nel documento dell'ATI4 sulle prospettive della discarica di Orvieto. La nostra posizione si tradurrà in un elemento determinante per la condivisione di programmi di coalizione, ad ogni livello, a partire dalle prossime e vicine occasioni elettorali.

COORDINAMENTO ITALIA DEI VALORI DI ORVIETO


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