ambiente

Sao-Acea pronta a fare i bagagli entro l'anno: sulle Crete arriva il vincolo della Soprintendenza. A grave rischio l'attuale sistema dei rifiuti

venerdì 18 marzo 2011
di laura
Sao-Acea pronta a fare i bagagli entro l'anno: sulle Crete arriva il vincolo della Soprintendenza. A grave rischio l'attuale sistema dei rifiuti

Dopo mesi e mesi in cui l'attenzione, a Orvieto, è strettamente e assiduamente puntata sulle politiche ambientali e dei rifiuti scoppia, proprio quando tutto sembrava risolto dalla lungimiranza del documento dell'assessore Margottini, il caso Sao/Acea. L'interlocutore-gestore definito dal Sindaco Concina "rigido nelle sue affermazioni", a seguito di nuovi ultimi scenari diventa, da rigido, determinato, e minaccia di chiudere in breve tempo il polo impiantistico di Pian del Vantaggio, le cosiddette Crete, dove viene espletato il servizio pubblico di trattamento e smaltimento dei rifiuti prodotti dai Comuni dell'ATI 4, in pratica da quasi tutti i territori della Provincia di Terni.

A provocare la linea dura - o meglio la fredda e pragmatica decisione estrema dopo un lungo tira e molla con le associazioni ambientaliste ancor più che con il Comune di Orvieto - sono le determinazioni assunte dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Umbria, la cui comunicazione è arrivata alla Sao con una nota del 15 marzo. Con essa la Soprintendenza annuncia l'apertura di un procedimento di tutela diretta sull'area "Le Crete" rivolta al terzo calanco e a parte del secondo, ossia all'attuale discarica in esercizio. Con una seconda e contestuale nota, la Soprintendenza autorizza comunque il conferimento in discarica dei rifiuti secondo le autorizzazioni di SAO, sottoponendo in ogni caso il sito a tutta la normativa prevista dal D.Lgs 42/2004, che fissa il codice dei beni culturali e del paesaggio.

Se questa seconda nota ha evitato l'interruzione immediata dei conferimenti dei rifiuti in discarica, evento che avrebbe mandato in tilt la provincia di Terni e messo in crisi l'intero sistema dei rifiuti in Umbria, le determinazioni assunte dalla Soprintendenza hanno messo in serio allarme Sao/Acea, che ha immediatamente inviato una lettera a una nutrita serie di enti e soggetti per rappresentare che il vincolo apposto, a quanto sembra "culturale" e non paesaggistico, può avere conseguenze serie sia per quel che riguarda la prosecuzione delle attività di SAO, sia per quanto attiene al regolare servizio di smaltimento dei rifiuti dell'ATI, al piano regionale di gestione dei rifiuti e all'occupazione.

Sao - che come è noto ha presentato nel giugno 2010 un progetto integrato che ha già completato la prima fase autorizzativa AIA e che prevede la realizzazione di un impianto di trattamento per lo smaltimento e il recupero di materia e di energia e l'ampliamento della discarica in esercizio - ha inviato le sue considerazioni-decisioni alla Prefettura di Terni e a tutte le cariche istituzionali e dirigenziali preposte di Regione e Provincia, ai responsabili delle autorizzazioni Via, Vas e AIA, ai sindaci dei Comuni dell'Ati 4 e al direttore dell'Ati Ing. Spinsanti, all'ASM, all'Associazione Industriali della provincia di Terni, al Comune di Orvieto e naturalmente, per conoscenza, alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Umbria.

In considerazione del fatto che le determinazioni assunte dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Umbria interrompono e precludono qualsiasi prosecuzione degli iter autorizzativi AIA e VIA attualmente in corso per il progetto industriale presentato, e che il sito della discarica dovrà essere gestito sulla base delle attuali autorizzazioni regionali e delle determinazioni assunte dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Umbria, Sao, dando per certa la cessazione delle attività, informa i destinatari che l'interruzione dei conferimenti avverrà già entro il secondo semestre dell'anno in corso, data prevista per l' esaurimento dell'ottavo gradone attualmente in coltivazione. In ogni caso, anche venisse concessa dalla Soprintendenza l'autorizzazione per la realizzazione del nono e ultimo gradone permesso dall'autorizzazione AIA vigente, la coltivazione della discarica terminerà, a quanto si può prevedere, nella seconda metà dell'anno 2012.

La comunicazione è flemmatica e taglia corto e Sao/Acea, pronta a fare le valigie, sollecita l'ATI 4 e le altre autorità regionali, provinciali e comunali coinvolte di tenere conto, per la propria organizzazione, delle tempistiche individuate per la cessazione delle attività, anche in ordine alle implicazioni per l'intero sistema regionale. Contestualmente, Sao chiede anche di attivare, nel nuovo scenario che si presenta, la revisione tariffaria prevista dalla convenzione - ovviamente in aumento per garantire, data la breve tempistica, gli equilibri di gestione - e si prepara a informare le organizzazioni sindacali dei preoccupanti risvolti che si prevedono, per l'imminente chiusura dell'azienda, sotto il profilo occupazionale.

C'è da giurare, inoltre, che presto verranno al pettine i consistenti crediti vantati da Sao-Acea nei confronti di tutti i Comuni dell'Ati e, in particolare, verso il Comune di Orvieto, il cui debito ammonta a circa 4 milioni di euro. La decisione manda al momento in tilt anche il piano dell'assessore Margottini, così favorevolmente accolto, che si basava sulla previsione di un decimo gradone nella discarica che avrebbe garantito la coltivazione dei rifiuti fino al 2021. Ora, con il colosso Acea praticamente in dismissione a Orvieto, non più "rigido" ma determinato ad andarsene dopo un lungo braccio di ferro, bisognerà attrezzarsi altrimenti e trovare altre soluzioni. Non sono affatto dietro l'angolo, specie per un Comune economicamente dissestato come Orvieto, che ha appena attivato un minimo di raccolta differenziata nel solo centro storico - e, per la sua valenza regionale, il sistema dei rifiuti è quanto mai collegato, intricato e complesso. In ogni caso vanno cercate subito e, soprattutto, in concreto, se non si vuole che il ritrovato spirito sostenibile di un territorio che per anni ha fondato la sua economia sul contrario dell'appena riscoperta sostenibilità, non rischi di convertirsi in un incontrollabile boomerang.