ambiente

VAS. Le osservazioni presentate da Altra Città

venerdì 3 settembre 2010
di laura

ALTRA CITTA'
Associazione politico culturale

Avvio delle procedure di formazione del Piano di Ambito dei rifiuti urbani e della congiunta VAS - Fase di consultazione - III seduta - Orvieto, 2 settembre 2010.

La pianificazione regionale dei rifiuti in Umbria, sin dalle sue origini, si è distinta da un lato per definire obiettivi ambiziosi e, dall'altro, per non riuscire a raggiungerli, denotando complessivamente chiari segnali di arretratezza nella governance del pianeta rifiuti.
Ne sono dimostrazione, prima di tutto, il ricorso diffuso al sistema di smaltimento mediante discarica e lo scarso livello raggiunto di raccolta differenziata, aggravata dalla carenza di iniziative sul riuso e riciclo dei materiali raccolti.
Il piano regionale vigente, pur denotando un'eccessiva impostazione impiantistica basata su discariche ed inceneritori, offre comunque la possibilità di intraprendere percorsi innovativi, la cui definizione spetta tutta alle comunità locali tramite la predisposizione dei piani di ambito, mediante procedure attentamente partecipate e condivise.
L'ATI 4 è caratterizzato dalla presenza di impianti tra i più significativi in Umbria, costituiti dal sistema di inceneritori a Terni e dalla discarica in Comune di Orvieto.
Le linee del piano oggi in discussione riguardano essenzialmente il revamping delle suddette infrastrutture, per migliorare in particolare dal punto di vista ambientale il trattamento dei rifiuti, ma senza invertire la rotta sul problema più generale di gestione dei rifiuti, da individuare principalmente come risorsa e non come materia di scarto.
Riteniamo pertanto che le linee del piano debbano essere ridefinite proprio nelle linee strategiche, puntando verso l'obiettivo "rifiuti zero", così come ad esempio stabilito dalla "Rete Regionale Rifiuti del Lazio", che ha recentemente aggiornato la propria piattaforma alla luce delle migliori esperienze nazionali.
La nostra associazione dichiara di aderire alla Rete suddetta ed invita le altre associazioni ed organizzazioni territoriali a fare altrettanto, avendo chiari gli obiettivi strategici basati sulla centralità della prevenzione, del riutilizzo e del riciclaggio nella pianificazione pubblica. Ciò equivale a porre in essere una strategia del riciclo totale, la quale, partendo dalla sistematica applicazione delle pratiche di riduzione e riutilizzo, introduca nella filiera del riciclaggio forme di selezione spinta degli rsu, nonché tecnologie che consentano un maggiore affinamento dei materiali nei centri di separazione e la valorizzazione del residuo della lavorazione attraverso l'applicazione di processi innovativi derivanti dalla ricerca e dalla sperimentazione in questi ambiti.
Questa strategia oltre ad essere vincente a livello economico, in quanto massimizza il valore intrinseco del rifiuto inteso come potenziale materia-prima seconda, realizza importanti benefici anche a livello ambientale e di prevenzione primaria a livello sanitario (vedi documento allegato della RRR.Lazio).
Il caso specifico della discarica orvietana, merita ulteriori riflessioni.
Nel corso di circa 20 anni, da quando cioè la discarica è stata gestita in modo controllato dalla SAO, sono stati praticamente riempiti due calanchi per circa 3,5 milioni di mc di volumetrie; si tratta di valori enormi che evidenziano la scarsa attenzione al sito come bene esauribile, cui fa da contraltare il più basso valore di raccolta differenziata di Orvieto tra i principali comuni umbri.
La previsioni sulla durata della discarica sono state nel tempo più volte clamorosamente disattese per la mancata volontà di attuare politiche virtuose di gestione dei rifiuti, peraltro in contrasto con le normative nazionali e comunitarie di settore.
Né sono stati intrapresi i poteri sostitutivi da parte delle istituzioni competenti, sebbene sollecitati anche dalla nostra associazione, nei confronti dei comuni inadempienti.
Il sistema calanchivo ha inoltre assunto un più marcato valore paesaggistico ed ambientale, che avrebbe dovuto imporre un loro uso più prudente.
Abbiamo assistito invece ad una vorace politica di riempimento dei calanchi, basati sul seppellimento dei rifiuti secondo discutibili piani industriali, senza dar luogo a virtuose azioni di recupero dei materiali post-consumo, che avrebbero consentito di risparmiare il sito e di creare valore aggiunto locale sia in termini occupazionali che economici.
Oggi non possiamo avallare la prosecuzione di tale schema improntato a logiche meramente imprenditoriali, ma che hanno il limite della scarsa sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Siamo invece convinti che l'adozione di una governance dei rifiuti basata sul recupero - riuso - riciclo dei materiali, possa evitare il ricorso all'ulteriore consumo di suolo e di territorio.
Evidenziamo ancora che, pur in presenza della discarica "più importante dell'Umbria", le dinamiche decisionali sembrano tutte estranee al nostro territorio che rischia così di subire una nuova colonizzazione, mentre auspichiamo proprio dal settore dei rifiuti un ritorno rilevante in termini economici ed occupazionali a livello locale.
Pretendiamo infine che la formazione del piano d'ambito ubbidisca a principi di massima trasparenza che dovrebbero essere garantiti per legge dalla pubblica amministrazione, mentre nel tempo abbiamo dovuto registrare una serie di "incertezze", come nel caso del vigente sistema tariffario in quanto è stato deciso a livello provinciale senza un chiaro piano finanziario, oppure nel caso delle tipologie di rifiuti smaltibili in quanto decise con atto dirigenziale della provincia di Terni eludendo le rassicurazioni sulla partecipazione alla loro definizione (vedi la possibilità di smaltire fanghi e ceneri).
È tempo che la Politica si riappropri del proprio ruolo.

Orvieto, 2 settembre 2010

Il Portavoce
Mauro Corba

 


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