ambiente

Problema rifiuti, ne parliamo con l'assessore Tardani. Slitta al 2010 la sperimentazione del porta a porta

lunedì 31 agosto 2009
di laura
Problema rifiuti, ne parliamo con l'assessore Tardani. Slitta al 2010 la sperimentazione del porta a porta

Grazie alla segnalazione di un lettore e all'intervento di altri è stata recentemente riportata l'attenzione sull'uso, recidivo e difficilissimo da scardinare, dell'abbandono dei rifiuti ingombranti nelle vicinanze dei cassonetti: centinaia di tonnellate - dall'inizio dell'anno 2009 la SAO ne ha raccolte 800 - che vengono abbandonate, a dosi praticamente giornaliere, fuori dai contenitori che dovrebbero servire solo alla raccolta dell'indifferenziato, spesso con spedizioni notturne ad arte da parte di chi preferisce disfarsi in modo sbrigativo e incivile di quello che potrebbe essere conferito gratuitamente e forse più facilmente in in altro modo, magari con una semplice telefonata.

Molti cassonetti periferici sono punti di raccolta impropri per vari rifiuti speciali, e le situazioni più critiche si riscontrano in alcuni punti di Fontanelle di Bardano, Sferracavallo e, quasi in pianta stabile, all'incrocio in zona Ciconia che conduce verso Osarella e Camorena. Sono state scattate lì le foto che ci ha inviato qualche giorno fa Paolo Zanetti, ma non sono che la punta di un iceberg praticamente persistente. Persino SAO-Acea si è recentemente lamentata delle proporzioni del problema con una lettera inviata agli uffici comunali competenti perché, seppure provveda per raccogliere gli ingombranti impropriamente sparpagliati, non può farlo, per problemi tecnici e per le normative di sicurezza, nei regolari passaggi, ed è dunque costretta a successivi interventi che, oltre ad essere diseconomici, complicano il normale iter e i normali orari della raccolta, in un'organizzazione che non è solo cittadina ma comprensoriale.

Abbiamo cercato di capire meglio, parlando con l'assessore all'Ambiente Roberta Tardani (nella foto) e con il dirigente dell'Ufficio tecnico-ambientale, Ingegner Sacco, qual è il normale iter per conferire rifiuti ingombranti e speciali e per sondare, al di là delle norme di civiltà che così tanti cittadini sembrano non seguire, cosa l'amministrazione ha in animo di fare per sensibilizzare a un maggior rispetto degli altri e dell'ambiente.
Dopo alcune vicende di ordine amministrativo che ne hanno determinato per vario tempo la chiusura, è innanzi tutto funzionante, spiega l'assessore Tardani, l'isola ecologica in località l'Arcone (l'ex cantiere Geosonda nei pressi della Segheria), dove nell'arco della mattinata i cittadini possono conferire, con mezzi propri, i rifiuti ingombranti. Ancor più semplice, per chi non volesse faticare in proprio, telefonare ai numeri che avevamo già segnalato (0763 344799 per gli abitanti del centro storico; 0763 215315 per gli abitanti del restante territorio comunale) e farsi venire a ritirare gli ingombranti a domicilio previo appuntamento. Ciò nonostante il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti speciali non si debella.

Queste facilitazioni valgono, ovviamente, per i normali cittadini, perché come è noto gli artigiani e le imprese, specie quando producono rifiuti speciali inquinanti, hanno altri obblighi e canali di smaltimento. E magari talvolta potrebbero essere anche delle piccole imprese, per risparmiare, a praticare la via dello smaltimento facile e apparentemente economico di materiali di ingombro. Apparentemente: perché è invece rischioso, e forse sarebbe ora di sporgere qualche denuncia e di fare qualche appostamento, come è stato fatto ad esempio nel comune di castel Viscardo, per scoraggiare, a suon di denunce penali e ammende, il malcostume.

Tra poco, annuncia Roberta Tardani, si prevede a fine settembre, l'isola ecologica dell'Arcone sarà sostituita da quella, più moderna e efficiente, di Fontanelle di Bardano, nei pressi del CSM: qualche metro quadrato in meno, in totale circa 600 mq, ma maggiore funzionalità, in particolare per quanto riguarda i rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti RAEE. L'obiettivo massimo, spedendo gli ingombranti nei centri appositi, non è la distruzione ma il recupero. Il terreno dell'Arcone, che è di proprietà dell'Opera del Duomo, sarà bonificato e tornerà alla sua primitiva destinazione, che è agricola.

Abbiamo approfittato dell'occasione per chiedere all'assessore Tardani che cosa ne sarà della raccolta differenziata porta a porta prevista, in via sperimentale, nel centro storico e nel quartiere periferico la Svolta, per cui la precedente amministrazione comunale ha già espletato la gara di affidamento, vinta dalla Cosp Tecnoservice di Terni. Trascinatasi per anni facendo di Orvieto, con il suo 16% di differenziata il fanalino di coda dell'Umbria, la promessa di questo minimo e timido avvio, sempre sbandierata e dilazionata dalla precedente amministrazione, non potrà concretizzarsi, oggi ancor più di ieri per mancanza di fondi. L'assessore Tardani pensa tuttavia che oltre la data del 2010 non si possa davvero andare, anche per togliere dal centro storico lo spettacolo tutt'altro che estetico e turistico dei cassonetti. L'avvio della differenziata, sottolinea ancora Tardani, non sarà certo una panacea, dato lo stretto raggio di azione, ma segnerà pur sempre un tassello per cominciare e per progredire. Spetterà alla Cosp, secondo i termini del bando di gara europea che la stessa si è aggiudicata (1 milione 467.210,40 euro l'importo complessivo di aggiudicazione, da ripartirsi nelle annualità 2009-2010-2011), fare un'adeguata campagna di comunicazione e sensibilizzazione perché, come è noto, la differenziata a nulla serve senza la collaborazione dei cittadini a differenziare nel modo giusto.

Per i cittadini particolarmente pazienti e virtuosi, la differenziata, anche dell'umido - rammenta l'assessore Tardani - è tuttavia già possibile. Sono certo pochi i contenitori per vetro, carta, lattine e quant'altro - pochi per mancanza di incremento o di sostituzioni in attesa del porta a porta, scarsità che va sempre attribuita al solito tarlo della mancanza di risorse adeguate - ancor meno quelli per l'umido che tuttavia, qua e là, sono presenti. Pochi e per i più virtuosi, ma quanti cittadini lo sanno? E, soprattutto, quanti hanno voglia di cercarli? E ancora, se per assurdo molti si mettessero a raccogliere l'umido e a differenziare scrupolosamente, quanto esploderebbe il problema degli scarsi, se non irrisori contenitori?

Più fortunati, in questo senso, sono i commercianti del centro storico, per i quali il Comune effettua già, per quanto riguarda umido, carta e vetro, una sorta di porta a porta a orari concordati, per evitare che imballaggi e rifiuti riempiano i già scarsi contenitori o che, ancor peggio, vengano lasciati fuori. E questo è formalmente possibile perché i commercianti sono in regime di Tarsu, con un rifiuto assimilato all'urbano. Recentemente poi, con l'avvento della nuova amministrazione, è stata predisposta la pulizia e lo svuotamento dei cestini nel centro storico con un secondo passaggio pomeridiano. "Si tratta di una sperimentazione da affinare - dice Tardani - ma che sta già dando buoni risultati e che, specie in periodo estivo, si rendeva necessaria. Così come sta dando buoni risultati la collaborazione degli ambulanti, che sono stati dotati di appositi sacchi per una rapida ed efficiente pulizia della zona del mercato di Piazza del Popolo".

Ma a parte qualche tentativo più felice, differenziare, nella nostra Orvieto, è ancora un esercizio arduo; oltre che arduo, è e sarà insufficiente anche con la sperimentazione nel centro storico, così che dovranno imporsi scelte politiche notevoli: bisognerà decidere, ammesso che date le ristrettezze si possa scegliere, cosa privilegiare. Quello dei rifiuti, comunque, data la scarsità dei fondi è, almeno per il momento, un problema notevole, rispetto al quale, secondo l'assessore, deve supplire, per quanto è possibile, la civiltà del cittadino. Anche se tutto parte da un problema educativo e informativo per differenziare e, soprattutto, riciclare e ridurre, "un problema - aggiunge l'assessore Tardani - di cui l'amministrazione deve indubbiamente farsi carico".

Finora, a giudicare dai dati oggettivi, l'amministrazione precedente non se ne è fatta carico abbastanza, privilegiando altri settori; ai nuovi amministratori toccherà, dunque, questa ulteriore e non certo leggera "croce". Siamo ultimi in Umbria, secondo gli ultimi dati ufficiali relativi al 2007, con il 16 per cento di differenziata, seguiti da Città di Castello (17,5 per cento) e Foligno (18,8 per cento), quando, secondo il decreto legislativo 152 del 2006, la percentuale da raggiungere doveva essere del 35 per cento nel 2006 e del 45 per cento nel 2008. E' un fatto, in ogni caso, che Orvieto attende un incremento della differenziata da tempo e, ancor più, la raccolta porta a porta alla quale, nell'evolvere di una più consapevole mentalità ecologista, tanti cittadini sono ansiosi di collaborare. Passaggio che da molti è sentito, oltre che come un atto ecocompatibile e di responsabilità verso le future generazioni, come una sorta di risarcimento per la presenza della discarica Le Crete nel territorio comunale. Una scelta ormai irreversibile che risale alle precedenti amministrazioni, e che certo ha inferto una ferita a un territorio che ha sempre aspirato a vivere dell'economia della cultura e del turismo, ma che la può in qualche modo medicare proprio instaurando, in materia di rifiuti, controllo e politiche virtuose.

Politiche rispetto alle quali esistono anche incentivi della Regione Umbria, a cui al momento Orvieto non può accedere perché riservati a quei comuni, con popolazione superiore ai 10 mila abitanti, che abbiano approvato progetti di differenziata domiciliare con previsioni di riciclaggio e recupero non inferiori al 45% e una buona copertura di territorio. Secondo il programma regionale per il potenziamento della raccolta Differenziata Domiciliare (DI.DO., di cui alla DGR 1677/08), in cui Orvieto non compare per la mancanza dei requisiti richiesti, i fondi per l'incentivazione sono stati assegnati a una rosa di Comuni che vanno da Gubbio, Magione e Marsciano, che coprono il territorio al 100%, ad Assisi, Perugia, Castiglione del Lago, Corciano, che lo coprono dal 36 al 34%. Ad Orvieto invece, se non si provvede con scelte finalmente serie e proritarie, toccheranno prima o poi le sanzioni che i vari gruppi ecologisti sollecitano, da parte della Regione, per i Comuni inadempienti alle direttive.