ambiente

Strascichi da Repubblica: nessun termovalorizzatore ad Orvieto. Il Sindaco illustra i termini del futuro accordo tra Comune e Acea

mercoledì 23 gennaio 2008
Continua a provocare strascichi l'articolo sulle vecchie e le nuove vicende legate alla discarica orvietana in località Le Crete apparso domenica scorsa sul quotidiano nazionale Repubblica. Oggi, sempre sul noto quotidiano nazionale, nella rubrica “Lettere al direttore” Repubblica ha pubblicato parte di un comunicato dell’ufficio stampa di Acea che precisa il ruolo che avrà l’azienda nelle politiche dei rifiuti e di un futuro sviluppo di un polo energetico a Orvieto, da cui emergeva che vi sarebbe stata, tra l'altro, “la realizzazione di un termovalorizzatore finalizzato alla produzione di additivi e cementi e calcestruzzi”. L'asserzione, dovuta a un taglio redazionale, è stata immediatamente smentita dal Sindaco Mocio che, nel richiedere rettifica insieme ad Acea, ha subito convocato una conferenza stampa per diffondere la nota originale inviata, nella quale si asseriva piuttosto che l'Acea realizzerà non un termovalorizzatore, ma “un impianto di selezione e trattamento meccanico delle scorie dei termovalorizzatori (rifiuto non tossico e non pericoloso), finalizzato al recupero e riutilizzo di tale tipologia di rifiuto come additivo nella produzione di cementi e calcestruzzi, intervento in linea con gli obiettivi nazionali di produzione di energia da fonti rinnovabili che beneficiano, tra l'altro, degli incentivi previsti dalla legge finanziaria 2008”. Nella nota, Acea afferma che le ipotesi di futuro sviluppo ambientale riguardano anche la realizzazione di un impianto fotovoltaico e quella di un impianto di produzione di energia elettrica, alimentato da biomasse vergini locali provenienti dalla manutenzione del verde e delle aree boschive, oltre che da nuove coltivazioni dedicate da impiantare in aree agricole dimesse. L'urgenza della precisazione del Sindaco alla stampa è stata volta a scongiurare, ha detto Mocio, “titoloni di giornali e ulteriori polemiche su temi per cui, in questi giorni, sono stato oggetto di attacchi sui quali non torno a soffermarmi. Voglio però ribadire – ha continuato Mocio - che in questo momento, forse per la prima volta, a Orvieto c’è la possibilità di lavorare ad una forte politica ambientale. E’ quello che vogliamo fare anche con Acea, con la quale intendiamo sottoscrivere un accordo per arrivare ad una ipotesi di futuro sviluppo ambientale che la Legge Finanziaria del 2008 consente, incentivando azioni che permettano di ridurre il conferimento dei rifiuti in discarica, il che significa allungarne la vita. Per l’ennesima volta, ribadisco che si tratterà di impianti che non prevedono in nessun modo rifiuti pericolosi o tossici. Un termovalorizzatore non è possibile, sia per quello che in questo momento prevede la nostra politica, sia perché non lo contempla il Piano Regionale dei Rifiuti, improntato alla logica del ciclo rifiuti chiuso negli ambiti provinciali. Ci tengo a dirlo perché oggi stiamo facendo delle cose importanti, stiamo per aprire il Centro di Trasferenza e stiamo lavorando con Acea al progetto ‘Impianti a porte aperte’ e all’educazione ambientale. Proprio alle scuole andrà il primo invito di Acea a visitare gli impianti. Il nostro intento è di valorizzare tutto quello che non prevede inquinamento del territorio”. Rispondendo ad alcune domande dei giornalisti, il Sindaco ha poi aggiunto: “E’ un errore considerare come un accordo la lettera di Acea. Con l’azienda, al momento, non c’è alcun accordo ma una semplice nota in cui l’impresa riconosce al Comune delle somme pregresse e precisa che l’Amministrazione Comunale deve alla SAO fondi che sono già accantonati, va soltanto definita la modalità di erogazione, cosa che ci siamo riservati di fare nel momento in cui si raggiungerà l’accordo definitivo. In quella lettera, c’è poi un elenco di ‘desiderata’ da parte di Acea, che noi condividiamo in termini di realizzazione di una serie di ipotesi di futuro sviluppo ambientale e che dovranno tuttavia essere definite. Abbiamo in animo di definirle insieme, e l’unico modo per farlo è l’ingresso del Comune nell’asseto societario per contribuire alla realizzazione del piano industriale”. “La discarica – ha continuato il Sindaco - da decenni non appartiene più al Comune in termini di proprietà. Finora abbiamo mantenuto l’autorizzazione all’esercizio ma, come è noto, con quella autorizzazione non abbiamo più alcun potere contrattuale in quanto i quantitativi, le tipologie e le tariffe sono definiti dall’Ato Rifiuti ed entro il mese di marzo si andrà all’autorizzazione integrata di tipo europeo (che deve richiedere il diretto gestore, ndr).” “Quanto al paventato ampliamento della discarica, non è scritto in nessun atto e neppure nella lettera di Acea, che può decidere di chiederlo sempre che rientri nel nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, d’altra parte va tenuto presente che tale possibilità era stata prevista dal primo piano regolatore Rossi Doria. Infine, i famosi immobili che si dice che il Comune abbia ceduto ad Acea, altro non sono che un capannone e una pesa malridotti che il Comune, anche in termini di costi di manutenzione, non avrebbe alcun interesse a mantenere”.

Il testo integrale della nota stampa diffusa da Acea