ambiente

La sinistra provinciale chiede il ritiro della delibera regionale sui rifiuti. Motivo: prefigura un nuovo piano non discusso con nessuno

giovedì 18 ottobre 2007
Continua ad essere il sistema dei rifiuti l'argomento di grande attualità in Umbria. Si susseguono a ritmo sostenuto, infatti, le discussioni e le prese di posizione sulla delibera regionale che consente di conferire nelle sei discariche umbre i rifiuti speciali, prevedendo nell’impianto dell’ASM di Terni l’incenerimento di rifiuti speciali pericolosi provenienti dal territorio nazionale ed europeo. Ne hanno parlato questa mattina a Palazzo Bazzani, in conferenza stampa, i consiglieri provinciali di sinistra Roberto Forbicioni (Capogruppo Gruppo Misto-SD) Giuseppe Ricci (Gruppo Misto-SD), Leo Venturi (Gruppo Misto-SD), Danilo Buconi (Capogruppo PDCI), Bruno Capalti (Capogruppo PRC) e Roberto Battistoni (PRC), che hanno illustrato il loro pensiero in proposito in una mozione congiunta. Secondo la sinistra della Provincia di Terni la delibera regionale deve essere ritirata perché prefigura, di fatto, un nuovo piano dei rifiuti che però non è stato discusso da nessuno; sul problema andrebbe quindi aperto un dibattito che coinvolga istituzioni e cittadini. Il documento redatto è dunque finalizzato ad attivare un’iniziativa tesa alla definizione di un piano straordinario di risanamento ambientale della Conca ternana, ad affermare il principio dell’autosufficienza regionale anche in riferimento ai rifiuti speciali e pericolosi destinati alle discariche e all’inceneritore, a determinare una programmazione regionale per la gestione dei rifiuti prodotti in Umbria, a potenziare ed esercitare con continuità i controlli di propria pertinenza, dando vita ad un’informazione fruibile, dettagliata, continua, pubblica anche per le comunità”. La mozione si prefigge anche di promuovere la partecipazione di istituzioni e popolazioni interessate prima di prendere decisioni e di richiedere la predisposizione di un nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali. I rappresentanti dei Gruppi Misto-SD, PDCI e PRC hanno inoltre sottolineato che la delibera regionale è stata approvata senza alcun coinvolgimento né della Commissione consiliare competente di Palazzo Cesaroni, né dello stesso Consiglio regionale, unico soggetto competente ad apportare modifiche al vigente Piano regionale dei rifiuti speciali. “Così facendo – hanno affermato i consiglieri di sinistra - si predeterminano cambiamenti che delineano un nuovo Piano rifiuti, più volte annunciato e mai discusso in Regione, né concertato con le altre Istituzioni e con le parti sociali, né partecipato con le comunità. Sarebbe invece stato preferibile dare attuazione in questi anni al riequilibrio dei bacini per il conferimento degli RSU al fine di risolvere la questione relativa alla economicità degli impianti”. Un’altra opportunità è stata individuata nella verifica preventiva sulla situazione degli impianti esistenti, indicando tutti quegli elementi di programmazione regionale volti ad affermare “da un lato il principio dell’autosufficienza e della prossimità, dall’altro quello del dimensionamento degli impianti necessari per l’Umbria”. I Gruppi consiliari di sinistra hanno poi definito la raccolta differenziata ”assolutamente insufficiente”, ritenendo “inderogabile imprimere un forte impulso in questa direzione, abbattendo fino al 20% la quantità di rifiuti da incenerire ed aumentando fino all’80% la raccolta differenziata”. Grande attenzione è stata infine posta ai controlli sulla qualità dei rifiuti trattati, sulla gestione finanziaria per raggiungere la miglior tariffa possibile e sulla capienza degli impianti per verificarne il periodo di vita residua. Un’ultima critica è stata infine rivolta alla convenzione tra ATO 4 e Società SAO di Orvieto sulle nuove tariffe e le condizioni di conferimento dei rifiuti presso la discarica “Le Crete”, che fissa la condizione che i rifiuti speciali, determinati in 129 mila tonnellate, provengano da tutto il territorio nazionale. Al riguardo è stato chiesto di attivare tutte le procedure per richiedere all’ATO 4 la modifica della convenzione approvata il 13 agosto 2004. “Non c’è nessuna volontà – hanno concluso i rappresentanti dei Gruppi di sinistra – di rimettere in discussione gli equilibri politico-istituzionali delle attuali maggioranze, ma solo l’intenzione di coinvolgere in un processo così importante dal punto di vista ambientale e della salute le comunità interessate”.

Anche l'Ars ritiene che la delibera vada riconsiderata: bloccare le tariffe e rivedere la gestione globale dei rifiuti in Umbria