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Anche l'Ars ritiene che la delibera vada riconsiderata: bloccare le tariffe e rivedere la gestione globale dei rifiuti in Umbria

giovedì 18 ottobre 2007
Anche l'Ars ritiene che la decisione presa dalla Regione Umbria e dall’ATO 4 di introdurre nel territorio umbro rifiuti speciali e pericolosi provenienti da ogni parte d’Italia e dai paesi dell’Unione Europea vada riconsiderata. La convenzione stipulata tra l’ATO4 e la SAO (gruppo ACEA), in cui si stabilisce che nella discarica Le Crete di Orvieto si potranno introdurre circa 137000 tonnellate di rifiuti speciali in dieci anni, di cui 7000 tonnellate provenienti dall’Umbria e il resto da fuori regione, non piace all'Ars, sia perché i proventi che deriveranno dalle 130.000 tonnellate di speciali saranno ad esclusivo vantaggio della SAO, sia perché i rifiuti saranno commercializzati senza aver tenuto in considerazione i possibili rischi alla salute e all’ambiente. “L’Ars ritiene che tali decisioni dovevano essere prese coinvolgendo preventivamente tutta la cittadinanza – afferma in una nota stampa l'associazione per il rinnovamento della sinistra - informandola sugli eventuali rischi per la salute, sugli inevitabili aumenti tariffari e sui presumibili costi sociali che si ripercuoteranno sull’utente”. Secondo l'Ars č opportuno bloccare gli attuali costi delle tariffe e rivedere la gestione globale dei rifiuti in Umbria in modo da rendere efficace e operativa la raccolta differenziata, cosě da poterla trasformare in una risorsa economica per il territorio umbro.

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