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Assalto al territorio: lo segnala Altra Città. Torna a galla la lottizzazione in località La Nona: una nota della Soprintendenza mai arrivata al protocollo del Comune

venerdì 20 aprile 2007
Altra Città, sempre molto attenta a quanto urbanisticamente accade sul territorio, torna a chiedere chiarezza sull'attuazione di una zona B di circa 7000 metri quadrati in località La Nona a Sferracavallo, dove stanno sorgendo ad opera dell'Immobil Green, in fase di lavori ormai avanzata, 3 edifici con 33 appartamenti al posto dello storico mulino che sussisteva nell'area. “Tutto questo – afferma l'associazione politico-culturale rappresentata nel Consiglio comunale di Orvieto dai consiglieri Conticelli e Cortoni - mentre la Regione Umbria ha recentemente varato una legge proprio per la tutela e la valorizzazione dei mulini storici dell'Umbria”. Sulla questione, su cui gravano a detta dell'associazione “pesanti incertezze procedurali”, il gruppo consiliare Altra Città attende da oltre un mese la convocazione della Conferenza dei Capi Gruppo, richiesta con urgenza il primo marzo 2007 all'emergere dell'esistenza di una nota della Soprintendenza dei Beni Ambientali dell’Umbria datata 14/6/2006 che risulta non essere mai pervenuta al protocollo del Comune, e con la quale si sospendeva, a fini paesaggistici, l’iter di approvazione degli interventi edilizi in località La Nona. In seguito a un'interrogazione presentata da Conticelli e Cortoni nel luglio 2006 per conoscere eventuali pareri espressi dalla Soprintendenza in merito all'eliminazione dello storico mulino, l'assessore all'Urbanistica, Nazzareno Desideri, aveva risposto nel Consiglio del 27/7/2006, secondo quanto risulta dai verbali, che “Agli atti non risulta che il mulino fosse oggetto di tutela dell’art. 10 dei beni culturali del D.Lgs. 42/2004. Né tanto meno risulta che la Soprintendenza, alla quale il progetto è stato inviato in quanto l’area è soggetta a vincolo (vincolo paesaggistico, ai sensi dell’art. 136 del decreto suddetto, ndr), abbia esercitato potere di annullamento. Il mulino non era inserito nell’elenco dei beni storici regionali, il Comune di Orvieto nel momento in cui ha adeguato il PRG strutturale con il PTCP, come è previsto anche dalle NTA all’art. …ha inserito all’interno di esso tutti quelli che potevano e sono da intendersi come beni di interesse storico”. Insoddisfatti, i consiglieri di Altra Città avevano chiesto all'assessore Desideri di verificare le richieste di documenti che risultava loro fossero state avanzate da parte della Soprintendenza e successivamente, in occasione della discussione nel Consiglio Comunale del 16/2/2007 di una pratica rigurdante la lottizzazione per contributi regionali riguardanti la bioedilizia, avevano posto una “questione sospensiva” bocciata a maggioranza perché sembrava non esserci nessuna questione in sospeso con la Soprintendenza. Per questo, all'emergere dell'esistenza di una nota n° 9561 del 14/6/2006 della Soprintendenza, sia pure mai pervenuta al protocollo del Comune – come risulta da una nota protocollata del 06/02/2007, ove la Capo Sezione Urbanistica del Comune di Orvieto domanda al Segretario Generale precisazioni sulla registrazione della stessa - Altra Città chiedeva il primo marzo la convocazione urgente della Conferenza dei capigruppo con lo scopo di: - Comprendere i motivi del mancato recapito al Comune della nota della Soprintendenza sopra accennata. - Chiedere spiegazioni all’Assessore all’Urbanistica per non aver effettuato gli approfondimenti richiesti in occasione dell’interrogazione discussa il 27/9/2006 e, soprattutto, per aver negato l’esistenza, in occasione della conferenza dei Capi Gruppo, di anomalie nei rapporti con la Soprintendenza, come invece desumibile dalla nota del Comune n° 0004754 del 06/02/2007 sopra citata. - Valutare la regolarità della seduta del Consiglio Comunale del 16/2/2007, dove numerosi consiglieri hanno respinto la questione sospensiva posta da Altra Città’, dopo essere stati indotti a valutazioni non corrette dalle affermazioni dell’Assessore. Con la stessa richiesta, prima ancora di proporre una eventuale commissione d’indagine, Altra Città chiedeva un approfondimento sui motivi che hanno determinato l’esclusione del mulino Albergo La Nona dalle schede della “Analisi del patrimonio rurale diffuso” allegate al PRG vigente, e su quelli che, relativamente alla “Relazione sui beni storici ed archeologici”, anch’essa allegata al PRG, hanno classificato la struttura come “rudere” e, come tale, non suscettibile delle restrizioni – divieto di nuove edificazioni e di ampliamenti – previste dalle norme di attuazione dello stesso PRG. “ Questo modo di procedere è gravissimo – afferma il capogruppo Maurizio Conticelli – un chiaro esempio del bieco affarismo che ha contraddistinto in questi anni l'assalto al territorio. Se già a fine anni '90 stigmatizzavamo che il Comune di Orvieto non si fosse dotato, a norma della Legge Regionale 31/97 che tuttavia non lo rendeva obbligatorio, di un elenco degli edifici sparsi nel territorio costituenti beni immobili di interesse storico, architettonico e culturale, tanto più lo facciamo ora che la Legge Regionale 11/2005 lo rende obbligatorio”. Nella foto il mulino dichiarato rudere