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'Ecomafia 2007' di Legambiente: in Umbria aumentano i reati ambientali

mercoledì 18 aprile 2007
Anche in Umbria aumentano i reati ambientali. E' quello che emerge "Ecomafia 2007", il rapporto che ogni anno Legambiente pubblica sui reati ambientali. "Certo, non siamo nella situazione delle quattro regioni del sud d'Italia dove ormai il ciclo del cemento e dei rifiuti sono in mano alla camorra" dichiara Vanessa Pallucchi, Presidente di Legambiente Umbria "ma questo non vuol dire che siamo un'isola felice!". In Umbria i reati ambientali interessano prevalentemente il fenomeno delle cave illegali di ghiaia e sabbia nei fiumi, ne è un esempio per tutti il caso citato dal rapporto che ha interessato un'attività estrattiva illecita nel comune di Attigliano (Terni). Dall'area sequestrata, estesa per circa 7 mila metri quadrati, erano già stati estratti oltre 18 mila metri cubi di ghiaia e sabbia. Il "cantiere" illegale, bloccato dal Corpo Forestale dello Stato di Amelia, si trovava nelle vicinanze del Tevere, in una zona sottoposta a tutela paesaggistica e ambientale. I responsabili della cava abusiva sono stati, ovviamente, denunciati alla Procura della Repubblica di Terni, per attività estrattiva illecita e violazione delle norme sull'ambiente. Un'attenzione particolare, anche nella nostra regione, merita il fenomeno del traffico dei rifiuti illeciti con l'Umbria sempre più crocevia oppure punto di partenza di traffici illeciti. Tanti piccoli e diffusi illeciti tra cui va sicuramente segnalata l'operazione "Greenland" del febbraio 2000 che ha visto, dopo tre anni di processo, una bella vittoria contro i trafficanti di veleno nel nostro paese. L'inchiesta, cominciata nel 1999, ha ottenuto nel 2004 il rinvio a giudizio di 52 persone con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla gestione illecita dei rifiuti speciali, anche pericolosi: gli imputati avrebbero smaltito milioni di tonnellate di rifiuti speciali sia sotto forma di fertilizzanti in alcune aziende agricole della zona, sia di fanghi industriali nelle acque dei torrenti Clitunno e Marroggia. Il 13 novembre 2006 sono arrivate le prime condanne in tribunale per traffico illecito di rifiuti. L'operazione, condotta dalla Procura della Repubblica di Spoleto – la prima in applicazione dell'ex art. 53 bis – ha portato al primo arresto in Italia per "attività organizzata di traffico illecito di rifiuti". "Sempre più spesso la nostra regione si trova al centro di reati ambientali di estrema gravità – commenta Vanessa Pallucchi, Presidente di Legambiente Umbria - ma siamo anche in presenza di ordinaria e diffusa illegalità che va dai piccoli abusi edilizi anche in aree vincolate, ai "furbeschi" smaltimenti illeciti di rifiuti pericolosi. E' assolutamente necessario inserire a pieno titolo i reati ambientali nel codice penale e mantenere alto il controllo e la vigilanza del territorio. Ma occorre anche che gli enti locali contribuiscano e favoriscano una cultura della legalità "