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Adottiamo un rudere... Che fine farà la ex colonia del Peglia?

domenica 18 febbraio 2007
di Un gruppo di sognatori del Peglia
Percorrendo la statale 317 che collega Colonnetta di Prodo a Montebello di Perugia attraversando il monte Peglia, magari di domenica con il sole e il cielo terso, una di quelle giornate in cui decidete di non aver fretta, il vostro contachilometri non vuole saperne di superare i quaranta km/h e l’occhio si lascia catturare da ciò che incontra, forse vi verrà la voglia di parcheggiare nella nuova zona del belvedere appositamente e recentemente realizzata dalla Comunità Montana nei pressi del parco dei sette frati. In effetti, il panorama merita…..Uscite dall’auto, magari scattate qualche foto, o semplicemente entrate in contatto con la natura, beandovi di quella vista. Ma non dimenticate di dare uno sguardo alle vostre spalle, dove il belvedere finisce, dove c’è l’altra metà del cielo. Ed ecco dinanzi ai vostri occhi i ruderi di una vecchia costruzione abbandonata, pericolante. Nel tempo è stata depredata di tutto: tegole arredi interni, porte, finestre, pietre angolari dei muri maestri. La rete di protezione ha ormai ceduto in molti punti, un cartello recita: proprietà privata. I raggi di sole la inondano di luce. Se fosse un appartamento in vendita le agenzie scriverebbero: luminosissimo. E’ stata proprio la luce del sole la risorsa di questo edificio realizzato negli anni ’20 per iniziativa del senatore Eugenio Faina e utilizzato fino agli anni ’50 come colonia elioterapica destinata ai bambini, soprattutto per la cura di malattie come la tubercolosi. Ma perché tanto interesse per questo vecchio rudere, in fondo solo una delle tante strutture abbandonate, pubbliche o private (ex albergo Cingolani, cooperativa Monte Peglia, ex pista da ballo), vestigia del tempo che fu? Semplice. Innanzitutto riteniamo che gli edifici pericolanti e abbandonati, oltre ad essere tristi a vedersi, siano segno di degrado e non qualifichino certo una realtà come quella del Monte Peglia che, a sentir parlare amministratori e politici dovrebbe essere un fiore all’occhiello per l’Umbria. La ex colonia, in particolare, ci sembra meritevole di un’adeguata ristrutturazione e riutilizzazione per la sua posizione felice (da lì non si vedono nemmeno le antenne, altro fiore all’occhiello!). In occasione della Festa della castagna di ottobre 2005 ad Ospedaletto (frazione di San Venanzo), alcuni addetti ai lavori hanno illustrato alla popolazione un progetto che non poteva essere al momento concretizzato per mancanza di fondi (la somma necessaria ammontava a € 1.000.000 ) In attesa di sviluppi futuri, tutto rimane com’è. Stando così le cose, non bisognerebbe forse avere il coraggio di abbattere quelle rovine e lasciare spazio alla natura? Quanti decenni dovranno ancora passare prima di una soluzione? Si potrebbe lanciare un’idea : adottiamo un rudere... Percorrendo la 317, ci auguriamo un giorno di poter sostare al Belvedere, magari insieme a qualche visitatore non solo domenicale e di voltarci all’improvviso, richiamati dalle giovani voci degli avventori del nuovo ostello della gioventù, o magari del rifugio montano…