ambiente

Passeggiando intorno alla Rupe: molto da ridire sulla nuova passeggiata

lunedì 24 luglio 2006
di Marco Marino
Da qualche giorno mi permetto il lusso di effettuare una passeggiata mattutina prima di mettermi a lavorare nel mio piccolo museo privato in allestimento (qualche vantaggio la forzata disoccupazione politica indubbiamente lo porta). Scelgo come percorso la nuova passeggiata che circonda la rupe, con partenza dal parcheggio del Foro Boario fino a Porta Rocca per risalire poi a piazza Cahen e proseguire per la Confaloniera. Indubbiamente il percorso dal punto di vista paesaggistico ed ambientale è particolarmente affascinante e suggestivo, dominato fino a Porta Rocca dalla incombente maestosità della roccia tufacea e reso ameno dalla vista dei Cappuccini prima, dalla prospettica compagnia della splendida Badia in itinere, per terminare poi con l'imponente presenza della rocca dell'Albornoz. Fin qui il positivo ed il conseguente plauso a chi ha pensato il recupero di questo percorso, noto a noi vecchi orvietani come la strada di Cannicella. Ma qui mi fermo perché sulla realizzazione c'è invece molto da ridire ed è un vero peccato, perché quando si fa qualcosa di buono dal punto di vista concettuale, bisognerebbe anche eseguirlo bene, altrimenti anche gli interventi ambientali possono diventare cattedrali nel deserto. La fruibilità della strada infatti è scarsa a causa degli alti dislivelli che impongono salite eccessive e discese repentine che solo gambe molto giovani ed allenate possono sostenere senza eccessiva fatica, escludendo di fatto gli anziani e soprattutto chi ha seppur minime difficoltà motorie. A conferma di questo è il fatto che riesco ad incontrare raramente altri camminatori ed il più delle volte faccio il percorso in perfetta solitudine. Eppure non era così difficile eliminare alcuni saliscendi con elementari compensi fra sterri e riporti e completare con percorsi alternativi pianeggianti i due punti in cui la strada s'impenna per ridiscendere poi alla quota precedente. Mancano adeguati punti di sosta attrezzati con panche e tavoli, ma soprattutto mancano le fontanelle, che sono il patrimonio di civiltà e conforto al viandante, delle quali il centro storico è fortunatamente ricco. Non credo che sarebbe stata una spesa eccessiva calare da via Soriana, da San Paolo e dall'abbeveratoio di Porta Rocca due o tre tubi di rame in corrispondenza di calate analoghe di altre strutture di servizio. Infine sarebbe opportuno far conoscere in modo adeguato, dopo i miglioramenti minimi suggeriti, questi percorsi che hanno una potenzialità di attrazione turistica superiore a tante manifestazioni per pochi intimi o viaggi promozionali senza visibili ritorni. Credo che il turista possa essere attratto soprattutto dalla qualità continua dell'offerta ambientale più che da episodi che si consumano nello spazio di un fine settimana ed immagino che, dopo essersi immerso nella bellezza indiscutibile della passeggiata, al suo termine possa perdonare persino l'orrenda visione di quella specie di incompiuto panopticon carcerario che sembra essere, visto dall'alto, il Borgo, nonchè il disordine urbanistico della valle del Paglia, dove c'è di tutto: dai palazzoni fuori scala di Ciconia alle piscine che, come occhi azzurri, ci osservano con reciproco stupore. Marco Marino