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Cambiare idea è segno di forza: lettera di Vittorio Fagioli (ALCE) sulla vicenda Vodafone di Porano

domenica 18 giugno 2006
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al direttore di Orvietonews da parte di Vittorio Fagioli, coordinatore nazionale ALCE (associazioni in lotta contro l'elettrosmog), sulla contrastata vicenda della stazione radio base Vodafone a Porano. Di seguito la lettera di Vittorio Fagioli:
Quando il dito indica la luna, guardiamo la luna di Vittorio Fagioli, coordinatore nazionale ALCE (associazioni in lotta contro l'elettrosmog) Egregio Direttore, ti avevo preannunciato una mia nota sulla questione dell'antenna per telecomunicazioni di Porano, dopo aver personalmente partecipato alla assemblea pubblica del 26 maggio scorso che ha mostrato una estesa preoccupazione da parte dei numerosi cittadini intervenuti. Preoccupazione condivisa dal parlamento italiano durante la  vigenza del primo governo Prodi che ha promulgato la legge quadro 36/2001 (ed i primi decreti sui limiti espositivi per la popolazione). Preoccupazione che ritorna nel programma del nuovo Governo Prodi che marca la necessità di completare la riforma, essendo l'elettrosmog un problema sociale ancora aperto, specie dopo le scorribande normative del ministro Gasparri, nell’epoca di Berlusconi. Volevo inviarti una nota perché sin dall'inizio la vicenda di Porano, per  chi come me si occupa di elettrosmog da oltre 15 anni, sembra emblematica della scarsa conoscenza anche da parte delle amministrazioni di sinistra delle previsioni sia della suddetta legge quadro nazionale, sia della legge regionale umbra  9/2002 che – lo dico per inciso- mi ha visto personalmente impegnato nei lavori di predisposizione del testo. Le due leggi potevano essere più coraggiose nella direzione di maggiore tutela dei cittadini e dell'ambiente, tuttavia -per tornare alla vicenda di Porano- prevedono con chiarezza rispettivamente che i comuni adottino un regolamento comunale per assicurare il corretto inserimento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici e che -per le aree cosiddette “sensibili” (zone ad alta densità abitativa, scuole, palestre, ospedali, ecc.)- le amministrazioni comunali possano dinegare la installazione, ovvero delocalizzare impianti già esistenti. L’amministrazione comunale di Porano ha bellamente ignorato entrambe le previsioni legislative, autorizzando una antenna senza avere predisposto un regolamento comunale in materia e permettendo l’installazione della prima antenna a Porano sopra una palestra, realizzata peraltro con fondi di edilizia scolastica, frequentata con continuità da giovani che è notorio siano il target più a rischio tra la popolazione (verrebbe da dire, chi ben comincia…). Si è replicato che l’antenna emette un inquinamento al di sotto del limite massimo di legge: ma appunto quello è un limite massimo da non superare in nessuna occasione; lo spirito della norma nazionale è invece quello di minimizzare le esposizioni e certamente quella localizzazione non lo realizza perché insiste nelle vicinanze di una estesa zona abitata (la legge umbra considera “sensibili” ,come detto, anche le aree ad alta densità abitativa, come nel caso in esame). Nell’assemblea del 26 maggio scorso mi era parso con piacere di cogliere da parte dei rappresentanti della amministrazione comunale presenti una disponibilità a discutere la questione e se del caso a correggere l’incipit che certamente non era stato dei migliori: rispondere alle estese preoccupazioni dei cittadini è un imperativo di ogni amministrazione, tanto più se di sinistra. E che i campi magnetici inducano preoccupazione per i possibili effetti nefasti per la salute lo ha ricordato in quella sede l’ing. Francesco De Lorenzo sia sul fronte degli effetti cancerogeni (leucemie infantili, vari tipi di tumori, ecc.) sia su quello dei disturbi neurocomportamentali (mal di testa, insonnia, affaticabilità, depressione, disturbi uditivi, alterazione del ritmo cardiaco per i portatori di pacemaker, ecc.). Una conferma su tutte: lo IARC (Associazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro) di Lione, uno dei maggiori istituti nel settore della ricerca oncologica al mondo, ha individuato sin dal 2002 i campi elettromagnetici come “possibili cancerogeni”. Quello che non può che prevalere pertanto è un approccio di profonda cautela nell’affrontare questioni così delicate che riguardano la salute pubblica, materia per cui- come è noto- il sindaco è il primo responsabile, in quanto ufficiale di stato per la materia. Invece con stupore siamo costretti ad assistere a questa discussa delibera della giunta comunale di cui il tuo giornale ha dato conto i giorni scorsi che si perita di incaricare un legale per verificare la sussistenza di estremi di reato in merito alle attività svolte dal comitato spontaneo di cittadini creatosi a seguito dell’installazione dell’antenna: azione che si commenta da sola, in termini di scarsa capacità di dialogare con i cittadini e con i problemi che essi pongono. Faccio auspici che la serenità torni a Porano, che si affronti il problema per quello che è e se l’amministrazione ha fatto una scelta non adatta receda con coraggio da essa, provvedendo nei tempi opportuni, all’interno di una nuova programmazione comunale delle installazioni, di delocalizzare l’antenna in un sito più idoneo, dimostrando così di mettersi in sintonia con le estese preoccupazioni dei cittadini e di saper governare anche proprie difficoltà, come ha fatto -provvisoriamente almeno- con coraggio il sindaco di Orvieto Mocio nella vicenda della ipotizzata cava di basalto a Benano. Cambiare idea è segno di forza, e tutelare la salute pubblica è certamente di sinistra. Ringraziando sin d’ora per l’ospitalità, ti invio i miei più affettuosi saluti. Vittorio Fagioli, Orvieto, 18 giugno 2006