ambiente

E' nata Ape. Ha le ali piccole, ma resistenza e molta voglia di volare

sabato 26 novembre 2005
di Laura Ricci
Presentata questa mattina in conferenza stampa dai soci fondatori è nata Ape, Associazione per la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico: dalle ali ancora piccole, è stato detto, ma robuste per continuare a volare.
Altro non è se non la metamorfosi più ambiziosa e organizzata del Comitato dell’Alfina costituitosi per scongiurare la scelta di un’ampia area estrattiva a Benano, per così dire il passo successivo e costruttivo della mobilitazione estiva: “perché un’esperienza non vada dispersa – ha affermato il presidente Agostino Paci – e perché abbiamo imparato che non si può essere spettatori, ma che bisogna agire in prima persona.”

A presentare l’associazione alcune tra le voci più impegnate e autorevoli della mobilitazione estiva: il presidente Agostino Paci, i vicepresidenti Roberto Minervini e Daniela Simonetti, Giampiero Rosati e Furio Camillo Rosati; tra gli altri soci fondatori Monica Spuntarelli, Angelo Lupoli, Amelia Belli, Peter Nottebaum, Susanne Kessler.
Gli obiettivi, per chi ha seguito la “battaglia” peraltro pacifica di Benano, quelli di lanciare quella fase propositiva e fattiva alla quale si è sempre accennato, che individua - del resto in linea con il tipo di sviluppo verso cui Orvieto e l’Orvietano si stanno sempre più indirizzando – nella filiera ambiente/agricoltura/cultura/turismo la naturale e forse competitiva fonte di sviluppo per questo territorio.

”Bisogna scegliere – ha tra l’altro affermato il presidente Paci – non si può stare in un pericoloso limbo. Oggi sempre più le organizzazioni del lavoro parlano di softeconomy, ed è significativo che proprio in questi giorni Confindustria sia a convegno su “La responsabilità sociale dell’impresa”. Insomma, non è più il tempo in cui l’industria aggrediva il territorio con i suoi soli bisogni, oggi si impone e si comincia ad attuare un patto con l’ambiente. E ancor più – come ha sottolineato Roberto Minervini – con gli abitanti; perché poi è rispetto alla persona che anche l’ambiente va valutato, rispetto a quelle abitudini di vita, soft e profondamente interiorizzate, che chi appartiene a certi territori non vuole perdere.

I dati economici sembrano dire, per l’Italia e anche per la nostra realtà regionale e locale, che siamo di fronte a un’inversione di tendenza, a un punto in cui è urgente prendere determinate posizioni strategiche per non arrivare in ritardo: turismo, agricoltura, cultura; e su esse, perché non anneghino nell’indifferenziato, trovare quel certo particolare quid, come si ama dire “competere”.
Necessità di competizione, anche in questo campo – dall’offerta turistica, alla ricettività, all’enogastronomia – sottolineata sia da Furio Camillo Rosati, economista, che da Giampiero Rosati, presidente della Cia Orvieto e gestore di una nota struttura agrituristica; per competere, appunto, con l’offerta sempre più incalzante delle vicine Marche e dell’alto Lazio.
Anche l’idea del Parco Rodari è stata oggi ripresa, riproposta come possibile motore di sviluppo dell’Alfina con modalità da discutere con i residenti.

Insomma Ape, della nuova fase di sviluppo di cui si sta discutendo e si andrà a discutere, in sostanza del nuovo progetto per Orvieto e il suo territorio, vuole essere motore attivo e si attiverà specificamente in tre direzioni:
la diffusione di una cultura che assuma come valore fondamentale la difesa del patrimonio naturale e storico;
la promozione di iniziative che migliorino il tenore e la qualità della vita nel rispetto delle vocazioni del territorio;
il contrasto di interventi che siano in contraddizione con l’esigenza di tutelare e valorizzare i beni ambientali e culturali del comprensorio.

Presenti al battesimo della nuova compagine associazioni ed esponenti politici locali; e il Vescovo monsignor Scanavino, che con la sua presenza e con un intervento al quale è stato chiamato ha rinnovato il suo interesse per le scelte e per lo sviluppo della città e la necessità che vi partecipino, da dentro e in prima persona, anche gli orvietani.