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Il settore estrattivo protagonista. Rassicurazioni nel ridimensionamento

martedì 13 settembre 2005
di Laura Ricci
Sono stati loro, oggi, i protagonisti dell’incontro, i lavoratori e le lavoratrici (poche ma esistenti) dell’industria estrattiva del territorio orvietano, che avevano indetto con le organizzazioni sindacali del settore, Fillea-Cgil e Filca-Cisl, una pubblica assemblea a Palazzo dei Sette, invitando il mondo sociale e politico a un confronto con la categoria: confronto che in questi mesi di discussione sulla vicenda dell’area estrattiva di Benano in modo diretto era mancato. Convenuti numerosi, per dire le loro ragioni, essenzialmente legate alla preoccupazione dell’eventuale recessione del settore e della perdita, nel tempo, del posto di lavoro.
Numerosi, per ascoltarli, anche gli esponenti dell’amministrazione e dei partiti, che hanno risposto alla sollecitazione e interloquito con le inquietudini e le posizioni espresse da lavoratrici e lavoratori: dal vicesindaco Carlo Carpinelli all’assessore all’agricoltura e allo sviluppo Carlo Tonelli, al presidente del Consiglio Comunale Evasio Gialletti, ai segretari DS Marino Capoccia e PRC Rosanna Barbanera, al presidente del Consiglio Provinciale Giuseppe Ricci, all’assessore provinciale Antoniella; e poi Altra Città, il WWF, e numerosi altri consiglieri comunali o rappresentanti di varie aree politiche. E presente, anche, il presidente di Assocave Biagioli e, per Assindustria, Fabrizio Mearelli.

Insomma, molte e importanti orecchie, che saranno poi fondamentali, insieme alle organizzazioni sindacali stesse e alla realtà associativa, quando si andrà a concretizzare quel tavolo di sviluppo che sembra imminente, e che dovrà disegnare il “new deal” dell’economia di questo territorio anche alla luce di questa contrastata vicenda
E tuttavia non solo, perché, come ha sottolineato nel suo intervento il vicesindaco Carpinelli, la crisi occupazionale complessiva dell’Orvietano, che al momento non tocca il settore del basalto per la preziosità e la necessità di questo materiale raro, non solo con l’Orvietano ha a che fare, ma con una tendenza di recessione nazionale che attiene, come è ben noto, alla globalizzazione dei mercati e all’insostenibile competizione di alcuni settori con i mercati orientali.

I segretari CGIL e CISL Paggio e Trentini hanno sottolineato lo scopo della riunione, non polemico ma interlocutorio, per dare voce reale, fuori degli scambi fatti solo “via stampa” a una categoria che, da sempre, fa comunque parte del tessuto produttivo dell’Orvietano e che chiede di continuare ad esserlo, non solo per sé, ma per l’indotto di lavoro che crea: una categoria che chiede considerazione e rispetto, come ha riferito la portavoce , “anche in nome del diritto al lavoro che recita la costituzione”.

Sostanzialmente confermato, da tutti gli interventi istituzionali e politici (il vicesindaco Carpinelli, l’assessore Tonelli, il segretario DS e consigliere comunale Capoccia, rappresentante di un partito che, come ha lui stesso affermato, sta già facendo i suoi “screening” per andare a ridisegnare l’economia), sostanzialmente riconfermato, dunque, che la corsia preferenziale dello sviluppo orvietano - riadattata, innovata e riaggiornata - non potrà che restare, date le vocazioni, la filiera cultura-turismo-produzioni di qualità. Ma anche assunta pubblicamente, dall’istituzione e dal maggior partito di governo, la responsabilità di non voler mandare certo alla deriva un settore occupazionale importante che, ridisegnato e riequilibrato con le necessarie alleanze intorno all’atteso tavolo di sviluppo complessivo, “sarà compreso con dignità – come ha dichiarato l’assessore Tonelli – tra le ricchezze e le risorse del territorio”.

Le conclusioni sono spettate a Luigi Cavallini della FILLEA nazionale, che ribadendo l’interesse per la categoria dell’industria estrattiva (in Italia imponente), ha molto insistito sul concetto non solo di progettazione, ma di coltivazione con tecniche il meno impattanti possibile e di ripristino, ricordando come l’arcinota Gardland sia nata proprio dal progetto di ripristino di una cava.
In questa ottica Cavallini ha voluto esplicitare come, a sua avviso, non si debba essere ambientalisti per così dire “integralisti” e come si possano a suo avviso trovare, fuor di metafora, soluzioni che allontanandosi dall’area effettivamente improponibile di Benano, possano momentaneamente allungare i tempi della cava del Botto e poi disegnare con saggezza – “con quello sviluppo ecocompatibile nel quale lo stesso sindacato è impegnato” (vedi gli atti di preparazione del 15° congresso, nda) – le possibilità per il futuro.

In estrema sintesi e con più “brutale” semplificazione rispetto ai discorsi necessariamente interlocutori della politica – perché poi, come ha sottolineato il vicesindaco, spetterà solo al Consiglio Comunale la parola definitiva – sembra di capire, dagli orientamenti, che Benano sarà stralciata, la cava del Botto ampliata, a più lunga prospettiva qualche altra area, con estrema cautela, individuata.
Ci vorrà del tempo, l’amministrare tra iter burocratici e necessarie mediazioni è tortuoso – se ne stupisce quel giovane che è intervenuto, Gianluca Massini, e che ha parlato di molte intenzioni e di elementi non ancora concreti – ci vorrà del tempo, ma forse, anche se al giovane Massini sembra lungo, si farà prima del solito.
Tutto è demandato a quel tavolo, molto atteso, che sta per avere i suoi convitati.