ambiente

Il Comitato per l’Alfina diventa Associazione. Richiamo al documento preparatorio del congresso Cgil

martedì 13 settembre 2005
Il Comitato per l’Alfina, nato qualche mese fa per contrastare la realizzazione di una cava di basalto sull’ omonimo altopiano, diventa un’associazione permanente: obiettivo principale coniugare sviluppo e ambiente, tutelare le risorse naturali, archeologiche, paesaggistiche e promuovere attività pulite in grado di creare occupazione e ricchezza.
Ultimo atto del vecchio Comitato sarà la consegna delle numerosissime firme raccolte contro la ‘cava di Benano’ al sindaco di Orvieto Stefano Mocio, al quale è stato chiesto un incontro per presentargli la nuova Associazione, il nome, le finalità, lo statuto e le prime iniziative, in poche parole la ‘carta d’identità’ dell’organismo e dei suoi promotori. Subito dopo l’Associazione incontrerà i giornalisti.

Il Comitato per l’Alfina ha intanto commissionato un nuovo studio sugli assetti idrogeologici dell’altopiano per raccogliere e riordinare la documentazione a disposizione della Regione Umbria e dell’Autorità di Ambito. Un imponente volume cartaceo che, gia’ dal 1989, individuava per conto della Regione nell’altopiano vulcanico uno straordinario serbatoio di acqua di ottima qualità, un sistema multifalda ideale per la realizzazione di un acquedotto come indicato dalla stessa pianificazione regionale, grande risorsa per Orvieto e per altri comuni fra cui Castel Giorgio, Castel Viscardo, Allerona, Fabro.
Acque da tutelare e difendere insieme all’intera area a ridosso del borgo di Benano, incompatibile con ogni ipotesi di attività estrattiva, secondo le prescrizioni delle leggi regionali. Cosa che secondo il Comitato è stata riconosciuta anche dall’ex sindaco Stefano Cimicchi, nelle recenti dichiarazioni sulle prospettive di sviluppo dell’orvietano.
Prospettive che non possono prescindere dalla salvaguardia del territorio, afferma la nuova Associazione, che su questo intende offrire il suo contributo raccordandosi con l’Amministrazione Comunale e quella Regionale, per mettere sul tavolo idee e iniziative che riescano a coniugare ambiente e slancio occupazionale, in un contesto di solidarietà sociale.

“Non si può puntare su nuovi posti di lavoro a scapito di altri lavoratori – afferma la nascente Associazione in un comunicato - andando a ledere interessi legittimi, soffocando consolidate ed emergenti attività turistiche e agricole che caratterizzano un’area e la sua economia”.
“La centralità del valore del lavoro non avrebbe fiato se non dovesse prevalere a livello europeo e globale un’idea di sviluppo che assuma come profilo la qualità – conclude il comunicato - e come limiti invalicabili i diritti umani del lavoro e la sostenibilità ambientale. E’ questa l’indicazione che viene anche dalla Cgil nel documento preparatorio del quindicesimo Congresso, ormai alle porte. Occupazione e sviluppo devono andare d’accordo, si legge nelle tesi congressuali del sindacato confederale, che dedicano un importante passaggio proprio all’acqua, patrimonio collettivo che non si può sacrificare in nome di un processo produttivo. Del resto l’attenzione all’ambiente è testimoniata in modo chiaro anche nello statuto della Fiom all’art.3: E’ pertanto compito del sindacato contestare tutti quei processi che possono arrecare danno direttamente o indirettamente alla collettività, all’ambiente e/o alla salute e/o all’integrità dei lavoratori e dei cittadini."