ambiente

Amministrazione e Comitati a Sugano: comunicazione difficile ma non inutile

domenica 31 luglio 2005
di Laura Ricci

E’ stato un “tavolo” di grande spessore e interesse… si potrebbe dire, in più o meno vago politichese, se fosse stato un tavolo. Ma gli aderenti al Comitato Strada Bianca di Sugano hanno voluto scegliere, per l’incontro promosso la sera di venerdì, piuttosto l’emblematica figura di un cerchio. E dunque è stato un “cerchio” di grande spessore e interesse… in cui la discussione, come del resto era nel desiderio e nelle ambizioni di chi ha voluto suscitarla e organizzarla, si è spostata, a partire dalla contestata asfaltatura dei collegamenti dell’Olivella e delle Quattro Strade, ai piani ben più complessi del senso e delle forme della partecipazione, del confronto, della delega ad amministrare e, data la presenza dei vari movimenti ambientalisti, della salvaguardia e della valorizzazione dell’ambiente e dello sviluppo ecocompatibile.
Presenti infatti, oltre ai membri del Comitato suganese, il F.A.O. ( Forum Ambiente Orvietano), il Comitato per la tutela dell’Alfina e della Valle di Benano, l’Associazione La Renara, l’ARS, un Comitato ambientalista che sta nascendo anche a Porano. Presente anche l’amministrazione comunale, ad ascoltare fino a notte fonda i numerosi e nutriti interventi, con il vice sindaco Carlo Carpinelli - che tra l’altro ricopre anche le deleghe al turismo e alla partecipazione – l’assessore ai lavori pubblici Giuseppe Germani e alcuni consiglieri: Giancarlo Imbastoni (PRC), Giampietro Piccini (PDCI), Carlo Emanuele Trappolino (DS).
In totale almeno 70 persone, non tutte appartenenti ai vari comitati, ma anche semplicemente richiamate dai temi della discussione, addirittura – come nel caso di una guida escursionista – dall’abbastanza decentrato Montegabbione. Non poche, se pensiamo in proporzione all’affluenza dei Consigli Comunali, anche quelli aperti, che non sempre riescono a creare adeguata partecipazione (un buon numero di cittadini, ad esempio, per Orvieto Ecocity e il destino dell’ex Caserma Piave; quasi deserto, invece, l’ultimo consiglio aperto sulla viabilità, sebbene si discutesse della Complanare); o se pensiamo ai dibattiti, anche di spessore, che si svolgono con partecipazione piuttosto scarsa alle varie feste dell’Unità, o di Liberazione o di altro. Una trentina gli abitanti di Sugano, qualcuno anche del versante – la maggioranza - che l’Olivella e le Quattro Strade è ben lieto di vederle asfaltate; tanto che sabato, per festeggiare l’Olivella non più polverosa, i suganesi pro asfalto hanno fatto, a base di musica, vino e porchetta, la loro festa.
Spaccatura inevitabile, al momento, ma forse con un paziente lavoro di relazione recuperabile, questa che si è creata tra gli aderenti e i simpatizzanti del Comitato Strada Bianca e quella parte preminente di popolazione, rappresentata anche dal Consiglio di Zona suganese, che attribuisce invece a queste bitumazioni e ai modelli periferici e cittadini in genere, piuttosto che alla salvaguardia ambientale o urbanistica delle specificità e delle tradizioni, il valore di un pari status di comodità e vivibilità. Problema non da poco, da molti anni in atto non solo nelle nostre campagne, ma nelle trasformazioni di tutta la civiltà contadina del nostro Paese, toccato soprattutto dal vice sindaco Carpinelli nel suo intervento, che ha tra l’altro rammentato ai presenti la necessità di comprendere – per non essere “fuori” – queste dinamiche e queste esigenze.
“Ma il vice sindaco Carpinelli non considera adeguatamente che sono modelli intrisi di Mediaset – ribatte Rodolfo Ricci che del comitato di Sugano, insieme a Leonardo Gazzurra e Sandro Tonelli è una delle anime propulsive – e che compito di un’amministrazione è anche mediarli, creando consapevolezza rispetto al modello di vivibilità e di sviluppo più consono a un determinato luogo, piuttosto che appiattirsi sui desideri di una maggioranza che non ha avuto modo di confrontarsi con posizioni diverse”.
Questa l’opinione anche di altri che sono intervenuti, sottolineando come da una minoranza possano comunque venire ed essere raccolte opinioni, o come una minoranza possa avere l’opportunità di “convincere” se messa in condizioni di confrontarsi e discutere. A detta del comitato, infatti, il Consiglio di Zona non sarebbe uno strumento che interagisce con tutta la popolazione, ma si confronterebbe con l’amministrazione solo a livello di necessità personali funzionando, per l’amministrazione stessa, come strumento di avallo e di consenso.
Respinte fermamente e senza dubbi, queste notazioni su una partecipazione insufficiente, dall’assessore Germani, che ha sottolineato come l’amministrazione orvietana si sia data, insieme a poche altre in Italia, la struttura capillare dei Consigli di Zona proprio perché convinta della necessità di consultare e di coinvolgere nelle scelte i cittadini. Germani ha inoltre difeso la scelta della “depolverizzazione” con le argomentazioni della richiesta della maggioranza degli abitanti, dei costi minori che una strada asfaltata, rispetto a una bianca, comporta e dei problemi di sicurezza che, in un territorio a rischio frane come Sugano, l’abbandono di quanto insiste sulle strade bianche da parte dei frontisti determina.
Cosa che ha ancor più affilato, per così dire, la “lama” di alcuni interventi, volti a ribadire che i costi non possono essere una giustificazione e che l’amministrazione può ben pretendere, dai frontisti, alcune garanzie e alcune manutenzioni. Promesso persino, dal Forum Ambiente che si dichiara “non vuotamente lamentoso ma propositivo”, uno studio equiparato sui costi delle strade bianche, a dimostrare che questi nuovi comitati ecologisti intendono darsi da fare e andare a fondo nel merito e nel concreto delle questioni.
Sottolineato anche, da alcuni, come la scelta di asfaltare le Quattro Strade contrasti con l’inserimento di questi luoghi nell’approvato e recentemente finanziato Parco Archeologico e Ambientale dell’Orvietano e come l’amministrazione si mostri, in alcune scelte, contraddittoria; contraddizioni che, seppure su un piano completamente diverso, sono state messe in rilievo dal Comitato di Benano, che ha tenuto a precisare come si sia ampiamente mossa e mobilitata, per la salvaguardia del luogo, anche la popolazione locale. D’altra parte, proprio a partire dal problema delle cave, non solo nell’orvietano ma più generalmente in Umbria, il vice sindaco Carpinelli ha tenuto a informare che solo l’8% del PIL è dato in Umbria dal turismo e che dunque, indipendentemente dalle decisioni che verranno prese rispetto all’area di Benano, possibilità occupazionali e di sviluppo vanno comunque ricercate anche in altri settori.

Le impressioni che si portano a casa, da questo incontro di certo significativo che il neonato comitato di Sugano è riuscito a mettere in piedi, sono molteplici.
Da un lato il fatto, di certo positivo nonostante quella che è risultata una comunicazione difficile, della presenza dell’istituzione, cui va riconosciuto il merito di aver ascoltato con giusta pazienza e attenzione un dibattito forse inatteso, forse spiazzante, di certo molto diverso da quelli dei luoghi istituzionali o di partito: il dibattito, potremmo dire, di un pezzo per nulla secondario di quella “società civile” di cui la politica, da vario tempo e in vari luoghi, disserta.
E se Vittorio Fagioli, responsabile della comunicazione per il Forum Ambiente, dichiara “di non essere per nulla soddisfatto dell’atteggiamento di chiusura dell’amministrazione, soprattutto da parte dell’assessore Germani”, e se qualcuno sottolinea che gli amministratori non si sono saputi rapportare adeguatamente a un auditorio molto diverso da quello di partito, è un fatto che intanto ci si è parlati e ascoltati e, nell’ottica di un futuro di comunicazione magari più compiuta, non è poco. Se, come ha affermato il consigliere Imbastoni, la partecipazione non può essere data dall’alto ma deve venire, a vario titolo, da chi ne sente l’esigenza, questo incontro potrebbe rivelarsi un primo passo per un metodo diverso e più allargato.
Altro interrogativo è quello, del resto non nuovo ma da tempo discusso, di quanta reale democrazia assicurino le forme della rappresentanza, in una società sempre più varia e complessa, fatta di differenze sempre più emergenti e sempre più difficili da rappresentare; compresi – se dai massimi sistemi scendiamo alla realtà orvietana – i cosiddetti “intellettuali delle colline”, una parte importante e ormai inclusa del sistema Orvieto che, sulle colline, sta sempre meno.
Perché poi il piccolo, ultimo Comitato Strada Bianca - come in parte significativa anche quello di Benano o il Forum Ambiente – fa ormai saltare anche questo parametro, dato che, sia pure al momento minoranza, è nato dalle pulsioni, riflessioni e convinzioni di persone di estrazione locale e contadina: e proprio questa forse, ancor più di altro, può essere una chiave di osservazione e di interpretazione da non sottovalutare.