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Parrano val bene una messa

venerdì 26 aprile 2002
di Fausto Cerulli
Parrano val bene una messa. Da giorni la stampa locale, facendosi portavoce e portasilenzio della politica locale, ha posto Parrano al centro del mondo, facendo incazzare i folignati perché Fulignu è lu centru de lu munnu. Scherzi a parte, si tratta di una questione seria, non fosse altro perché è il solo accidente-incidente che si presenta alla Politica elettorale di questa poco importante tornata del bel maggio. E’ evidente che Parrano è solo un pretesto: io amo assai quel paese arroccato e silenzioso, dove abita un mio amico architetto che non si occupa di politica attiva, ma se ne preoccupa. E dove per fare due liste di candidati, visto il calo demografico, qualche candidato si inventa un nome falso e si iscrive a tutte e due. Parrano: chi l’avrebbe detto che sarebbe salita alla gloria degli altari politici, scatenando ire e rancori, rischiando di sfasciare coalizioni che hanno resistito a ben altre tensioni, si fa per dire. Ho seguito per giorni le vicende dello Sdi che litigava con i diesse: ma da antico socialista già sapevo come andava a finire. I compagni dello Sdi avranno incassato qualche posto sottobanco e via col tango. Non lo dico per parlar male: che c’è di male nella lottizzazione delle cariche, lo fanno anche alla Corte Costituzionale ( Vaccarella avvocato di Berlusconi, e Ugo Di Siervo che difese il pontefice Scalfaro dalle accuse cossighiane di aver intascato i fondi neri del Sisde..ma questa è un’altra storia) e non vedo perché Orvieto debba essere da meno. A sinistra, alla fine, pace e bene: e il Comune di Parrano quasi in tasca. Poi viene fuori la Casa delle libertà, che se fosse la Casa della Libertà sarebbe una casa dignitosa, ma essendo casa delle libertà assomiglia sempre di più alla diccì, pace all’anima sua. Fateci caso e scusate il bisticcio di parole: la Casa delle libertà nasce da Forza Italia, e se non fosse per Berlusconi ( che Dio l’abbia in gloria, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: e pensare che c’è gente che addirittura pensa ad un nuovo ventennio..di che? Di barzellette?) se non ci fosse dunque il Berlusca quella Casa sarebbe deserta come un castello stregato. Eppure a Orvieto quella Casa è un casotto; litigano dentro Forza Italia: non è un pettegolezzo che Parrano ( Parrano persona e non Parrano paese. Però che coincidenza..) e Turreni si vogliono bene come Mancuso e Scalfaro, mutatis mutandis. An va avanti per la sua strada, tra qualche gita a Predappio e qualche incursione passeggera nella democrazia. I socialisti di De Michelis, che non c’entrano niente con lo Sdi - Cristo mi gira la testa con tutti questi partiti; ma non c’era il bipartitismo?- ma che sotto sotto sempre socialisti sono, fin qui erano stati buoni: anche perché se stavano cattivi nessuno se ne accorgeva. Adesso tocca a loro, parranare. E il mio amico Stefano Moretti ( quanti Stefani ad Orvieto, sarà per via del Porcari morto ammazzato qualche secolo fa e magari fecero anche bene..ma questa riè un’altra storia…) riscopre, in occasione del 25 aprile, il suo antifascismo militante: e spara a zero contro l’idea di candidare uno di An a Sindaco di Parrano. La motivazione, Stefano mi perdonerà, non mi par chiara; che vuol dire che il centro-sinistra prenderà il 70% dei voti e che dunque non si può candidare un Annino, chissà se si dice così? Mi verrebbe in mente una spiegazione maligna, ma†a pensar male si fa bene ma a dirlo si rischia una denunciaâ€. E quindi qui lo dico e qui lo nego: ma Tedeschini, a Stefano, non gli sarà mica parente? In socialismo, intendo. Parrano val bene una messa. Il mio amico architetto parranese non sarà contento: con questo scampanio di messe, addio la quiete di Parrano, il suo maestoso elegantissimo silenzio.