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Il problema sicurezza secondo i Comunisti italiani.

venerdì 29 marzo 2002
Riceviamo e pubblichiamo da Danilo Buconi, coordinatore per l'alto orvietano dei Comunisti italiani:

Condivido in pieno, e lo dico con schiettezza, convinzione e sincerità, tutte le parole scritte da Stefano Spagnoli nel suo intervento. Il nostro Paese è, purtroppo, nelle mani di un governo che ha perso il senso non solo il senso della ragione e delle regole democratiche ma, anche, quello della misura. In ogni senso. In qualsiasi circostanza. Da quelle meno “pericolose” ma comunque importanti come i numeri delle manifestazioni che si sono tenute proprio contro questo esecutivo (Ulivo, 700.000 persone; Cgil, 3.000.000 di manifestanti) a quelle più importanti e concrete come quando si vanno a fare i conti con la vita delle persone. “Più sicurezza per tutti” aveva scritto sui suoi giganti tabelloni pubblicitari il Presidente-Operaio. Ma a distanza di un anno dal suo insediamento, non ho ancora sentito parlare di calo della criminalità, di diminuzione dei furti e dei reati contro il patrimonio, di aumento della sicurezza della persona e delle famiglie. Non solo. Non ho ancora visto aumenti di stipendio per il personale chiamato a garantire la nostra sicurezza quotidiana; non ho visto investimenti per garantire un maggior lavoro comune tra i vari corpi; non ho visto, ancora, investimenti concreti e certi volti ad agevolare e rendere più sicuro lo stesso lavoro quotidiano degli uomini delle forze dell’ordine. Anzi. Ho visto di peggio. Ho visto cadere un uomo, a Bologna, perché qualcuno aveva speculato sulla sua sicurezza in cambio di qualche spicciolo. Ne ho visto cadere un altro, a Perugia, per racimolare qualche altro spicciolo. Spero con tutto me stesso, di non doverne contare altri di cadaveri, per qualche altro spicciolo. Non un soldo in più, dunque, per la sicurezza dei cittadini, ma non solo. Semmai, investimenti in meno, molto in meno, sia sulla sicurezza delle persone comuni che, cosa ancor più grave, su quella di chi è chiamato a garantire la sicurezza di tutte le donne e gli uomini di questo nostro Paese. Per il nostro Governo, appostato all’ombra della Lega, sicurezza vuol dire solo cacciare gli immigrati, gli extracomunitari che vengono “munti” per giungere nel nostro paese in cerca disperata di un pizzico di fortuna, se così si può chiamare! Per il nostro Governo, la cui gerarchia conosce un solo ed unico Capo, sicurezza vuol dire rogatorie, falso in bilancio, abolizione delle successioni per i ricchi. Vuol dire “sicurezza del Capo”. Punto e basta. Al Presidente del Consiglio, al suo Ministro dell’Interno e a quello dell’Economia, vorrei far presente che è già sbagliato, in generale, togliere a chi a meno per dare a chi ha più (me lo hanno insegnato al catechismo scolastico, perché questo predicava il Signore secondo quanto mi è stato detto, non a Mosca!!!) ma è ancor più sbagliato, pur di regalare ai ricchi, speculare sulla vita sulla vita delle persone. Che fine hanno fatto i proclami elettorali? Dove è la maggiore sicurezza per i cittadini? Come mai gli extracomunitari arrivano anche con il Governo del Polo? Onorevole Berlusconi, ci informi e ci consenta: a chi darà più retta, a Bossi che chiede di cacciare tutti gli extracomunitari, alla Confindustria, che chiede di tenerli ed anzi di farne entrare ancora, per averne un numero a disposizione da sfruttare, o alla Chiesa che predica la cultura dell’accoglienza?